Come curare la micosi del cavallo in modo naturale ed efficace

 

In questo articolo parliamo di…

  • La diagnosi veterinaria è il primo passo imprescindibile per affrontare correttamente una micosi. Solo un esperto può distinguere con precisione tra dermatofitosi e altre patologie simili, evitando cure errate che potrebbero aggravare il problema.
  • La terapia più efficace unisce farmaci antifungini (topici o sistemici, a seconda della gravità) e un'accurata sanificazione dell’ambiente. Isolare il cavallo e disinfettare ogni oggetto con cui è venuto in contatto è fondamentale per evitare recidive e contagi.
  • I trattamenti naturali a base di estratti vegetali possono offrire un valido supporto lenitivo, ma non sostituiscono i farmaci. Il loro impiego ha senso solo se integrato a una strategia terapeutica completa, sempre sotto il controllo del veterinario.

Dalla comparsa dei primi segni alla prevenzione delle recidive, affrontare la dermatofitosi (o tigna equina) richiede un approccio integrato tra cure topiche, farmaci sistemici e sanificazione

La salute della pelle del tuo cavallo è un riflesso diretto del suo benessere generale. Quando noti qualcosa di insolito – come una chiazza senza pelo, una crosta o un’irritazione – è normale preoccuparsi.

Uno dei pensieri più comuni va alla micosi, un termine che indica le infezioni della pelle causate da funghi. Il più noto tra questi è certamente la dermatofitosi, spesso chiamata "tigna", anche perché può contagiare anche gli esseri umani (zoonosi), ma non è l’unico tipo di infezione fungina che può colpire i cavalli.

Comprendere le diverse forme di micosi, riconoscerne i segnali e intervenire nel modo giusto – sempre con la guida del veterinario – è fondamentale per riportare il tuo cavallo alla piena salute.

Partiamo dall’inizio.

Come puoi accorgerti che si tratta davvero di una micosi?

Scopriamolo insieme.

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Come riconoscere i segni della micosi nel tuo cavallo

Il primo passo per aiutare il tuo cavallo è imparare a osservarlo con attenzione, riconoscendo i segnali che il suo corpo può mandare quando qualcosa non va.

Alcune micosi, come la tigna, si presentano con lesioni tondeggianti prive di pelo, che tendono a espandersi lentamente. In queste zone, la cute può apparire secca, squamosa o ricoperta da piccole croste. Un segno piuttosto caratteristico è il pelo ai margini della lesione: spesso appare sollevato e si stacca con facilità (si tratta del cosiddetto "segno del pelo rotto", causato dall'invasione fungina del fusto pilifero).

Altre volte, invece, i sintomi sono meno specifici: potresti notare aree arrossate, prurito, ispessimento della pelle o secrezioni anomale.

Le aree più colpite variano in base al tipo di fungo:

  • la dermatofitosi interessa di solito testa, collo, tronco e arti;
  • l’aspergillosi, molto più rara ma più grave, può coinvolgere le vie respiratorie;
  • la candidosi, invece, può colpire le mucose in cavalli immunodepressi.

Questa variabilità rende difficile distinguere una micosi da altre condizioni simili, come dermatiti allergiche, infezioni batteriche o parassitarie.

È per questo che l’autodiagnosi è rischiosa: affidarsi a ipotesi personali o a trattamenti generici può ritardare la cura corretta e aggravare la situazione.

Appena noti una lesione sospetta o un’anomalia persistente, il passo più sicuro è consultare subito il veterinario, l’unico in grado di stabilire con certezza di cosa si tratta.

Si fa notare da subito che le informazioni diagnostiche e terapeutiche contenute nei paragrafi successivi di questo articolo si riferiscono specificamente alla dermatofitosi, la forma più comune e contagiosa di micosi equina.

Altre infezioni fungine, come aspergillosi o candidosi, richiedono approcci differenti, sia per la diagnosi che per il trattamento, quasi a sottolineare ulteriormente la complessità della materia e la necessità di affidarsi a uno specialista.

Sanificazione di una stalla e della sella del cavallo | RimosVet

La diagnosi veterinaria: il passo fondamentale per una cura mirata

Una volta che hai un sospetto, resistere alla tentazione del "fai da te" è la scelta più saggia che puoi fare per il tuo cavallo. Solo una visita veterinaria può trasformare un dubbio in una certezza.

Il veterinario ha a disposizione diversi strumenti per confermare o escludere la presenza di un'infezione fungina. Potrebbe iniziare con un esame visivo e un esame microscopico del pelo (tricogramma) per cercare le spore.

Per una diagnosi definitiva, spesso si ricorre a una coltura fungina, in cui un campione di peli e cute viene messo in un terreno di coltura specifico per vedere se il fungo cresce. Metodi più rapidi e moderni includono la PCR, che rileva il DNA del fungo.

In casi dubbi o complessi, potrebbe essere necessaria anche una biopsia cutanea.

Questo passaggio è essenziale non solo per confermare la micosi, ma anche per escludere altre patologie con sintomi simili, come infezioni batteriche, infestazioni da acari o dermatiti allergiche, che richiedono terapie completamente diverse.

Avere una diagnosi chiara in mano permette di intraprendere il percorso di trattamento più diretto ed efficace.

La terapia farmacologica: quando serve l’intervento del veterinario

Il tuo veterinario in base all'estensione e alla gravità delle lesioni, all’età del cavallo, allo stato immunitario e alla presenza di altri animali a rischio potrà prescrivere un trattamento specifico, mirato ed efficace.

Nelle forme più leggere, localizzate e ben circoscritte di dermatofitosi, spesso si inizia con antimicotici topici, sotto forma di lozioni o shampoo (a base di principi attivi come enilconazolo, miconazolo e clorexidina, ma che non devono mai essere usati in autonomia, neppure se “avanzati” da trattamenti precedenti), ideali per eliminare i funghi direttamente sulla pelle.

Se invece la micosi è più diffusa o recidiva, potrebbe essere necessario ricorrere a farmaci sistemici (ad esempio griseofulvina), da somministrare per via orale, ma solo su prescrizione e sotto controllo veterinario, perché richiedono un dosaggio preciso e un attento monitoraggio.

Il trattamento, in ogni sua forma, funziona solo se viene seguito con costanza e accompagnato da una rigorosa igiene ambientale.

È un percorso che richiede pazienza, ma che, con la guida del veterinario, porta risultati solidi e duraturi. Nessuna scorciatoia, solo scelte consapevoli per la salute del tuo cavallo.

Trattamenti naturali e gestione ambientale: come intervenire efficacemente

Con la diagnosi confermata, è il momento di agire su due fronti: l'animale e il suo ambiente. Per prima cosa, è essenziale isolare il cavallo per evitare il contagio.

Subito dopo, dovrai dedicarti a una pulizia e disinfezione profonda di box, recinzioni, bardature, coperte e ogni attrezzo entrato in contatto con lui, usando soluzioni efficaci come la candeggina diluita (o anche enilconazolo, perossido d’idrogeno stabilizzato).

Per il trattamento diretto sull’animale, alcuni prodotti vegetali a uso topico possono offrire un supporto lenitivo, aiutando a ridurre fastidi cutanei come prurito o secchezza. Tuttavia, è fondamentale ricordare che non hanno effetto curativo sulla micosi e il loro impiego, sempre sotto supervisione veterinaria, può solo affiancare – e mai sostituire – le terapie antifungine farmacologiche approvate.

Per dare ulteriore sollievo alla pelle del tuo cavallo, quindi, possiamo citare il nostro Kanarescue® Horse. Si tratta di una soluzione idrosolubile a base vegetale arricchita con aloe vera, dalle proprietà rigeneranti e di sostegno al sistema immunitario; semi di pompelmo, noti per la loro azione su batteri e funghi; menta piperita, rinfrescante e calmante; salvia, antisettica, e cannabidiolo sintetico (senza THC e metalli pesanti), che agisce sui recettori cutanei endocannabinoidi e modula la risposta delle cellule del sistema immunitario atte a proteggere la pelle. Questo mix aiuta a lenire il malessere e a supportare l'equilibrio della cute.

La linea Kanarescue® offre soluzioni come Kanarescue® Bath, uno shampoo dermatologico a base di sostanze ad azione calmante come calendula, arnica e CBD idrosolubile, e Kanarescue® Foam, una spuma che si può utilizzare anche senza risciacquo, con ingredienti ad azione emolliente e lenitiva come achillea e, di nuovo, arnica e CBD idrosolubile.

Ricorda, tuttavia, che curare è importante, ma è ancora meglio evitare che la micosi possa tornare.

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Prevenzione: la migliore strategia per un cavallo sano

Un vecchio adagio dice "prevenire è meglio che curare", e nel caso della micosi equina, non potrebbe essere più vero. Una volta debellata l'infezione, il tuo obiettivo principale diventa creare un ambiente e uno stile di vita che rendano difficile il ritorno dei funghi.

La prima regola d'oro è l'igiene rigorosa: ogni cavallo dovrebbe avere il suo set personale di spazzole, striglie e sottosella, e l'utilizzo promiscuo delle attrezzature dovrebbe essere evitato (come la peste).

Il secondo pilastro della prevenzione è l'ambiente: le spore fungine amano il caldo e l'umido. Perciò assicurati che il box del tuo cavallo sia sempre asciutto, pulito e ben ventilato.

Infine, non sottovalutare mai l'importanza del benessere generale.

Un cavallo forte è un cavallo più resistente.

Una nutrizione adeguata, un corretto equilibrio tra lavoro e riposo e la riduzione delle fonti di stress contribuiscono a mantenere il suo sistema immunitario efficiente e pronto a combattere qualsiasi minaccia, funghi inclusi.

In conclusione, affrontare la micosi richiede impegno, ma un approccio olistico che unisce diagnosi veterinaria, trattamenti mirati, sanificazione ambientale e una solida strategia di prevenzione ti permetterà di proteggere la salute del tuo fedele amico a lungo termine.


Come curare la micosi del cavallo: domande frequenti

La micosi del cavallo è contagiosa per l'uomo o per altri animali?

Assolutamente sì. Se si tratta di dermatofitosi, comunemente nota come tigna, siamo di fronte a una zoonosi: una malattia che può essere trasmessa dagli animali all’uomo. Oltre a rappresentare un rischio per le persone, è anche altamente contagiosa tra cavalli e può colpire altri animali domestici, come cani e gatti. Per questo, durante il trattamento, è essenziale seguire scrupolose misure igieniche. Indossa sempre i guanti quando entri in contatto con il cavallo o con le sue attrezzature e lavati bene le mani subito dopo. Ma la precauzione più efficace resta l’isolamento dell’animale infetto fino alla completa guarigione: una misura fondamentale per proteggere te stesso, la tua famiglia e gli altri animali della scuderia.

Quanto tempo ci vuole per curare completamente la tigna in un cavallo?

Non esiste una tempistica unica, poiché la durata della guarigione può variare notevolmente, da alcune settimane fino a diversi mesi. Diversi fattori influenzano il processo: la gravità e l'estensione dell'infezione iniziale, l'efficienza del sistema immunitario del cavallo, la tempestività della diagnosi e, soprattutto, la costanza e la correttezza con cui vengono applicati i trattamenti. Anche l'efficacia della decontaminazione ambientale riveste un ruolo chiave nel prevenire le reinfezioni, che possono allungare significativamente i tempi.

Posso usare farmaci antifungini per uso umano sul mio cavallo?

È un'area in cui bisogna muoversi con estrema cautela e sempre sotto consiglio veterinario. Sebbene alcune pomate o lozioni antimicotiche topiche per uso umano possano essere occasionalmente suggerite dal veterinario per applicazioni locali, è assolutamente da evitare la somministrazione di farmaci antifungini sistemici (per via orale) senza una prescrizione specifica. Questi medicinali possono avere effetti collaterali importanti, in particolare a livello epatico, e il dosaggio deve essere calcolato con precisione da un professionista in base al peso e alle condizioni di salute del cavallo. Il "fai da te" in questo campo è molto rischioso e assolutamente da evitare.

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