Puntura di pappataci nel cane: sintomi, rischi e rimedi tempestivi

 

In questo articolo si parla di…

  • I pappataci, piccoli insetti dal volo silenzioso, possono trasmettere al cane la leishmaniosi, una malattia cronica e potenzialmente fatale che spesso si manifesta mesi dopo la puntura con sintomi cutanei, perdita di peso e danni a organi interni.
  • La prevenzione è l’arma più efficace: evitare le uscite nelle ore di attività dei pappataci, usare repellenti specifici consigliati dal veterinario, proteggere l’ambiente con zanzariere e igiene costante, e valutare la vaccinazione come supporto.
  • In caso di puntura, è importante calmare il prurito con prodotti lenitivi a base vegetale, impedire al cane di grattarsi e rivolgersi al veterinario se compaiono sintomi come gonfiore, pus o febbre, per evitare complicazioni.

L'estate porta con sé gioia e giochi all'aperto, ma anche nemici invisibili: scopriamo insieme come proteggere i nostri cani dai pappataci

Con l'arrivo dei primi caldi, le giornate si allungano e aumenta la voglia di stare all'aria aperta con i nostri amici a quattro zampe. Tuttavia, questo periodo nasconde anche delle insidie, rappresentate da piccoli ma temibili avversari: i pappataci.

Questi insetti, spesso confusi con le zanzare, sono in realtà molto più pericolosi per la salute del cane. La loro puntura è una potenziale porta d'accesso per malattie gravi che possono compromettere seriamente il benessere del tuo animale.

Comprendere chi sono, come agiscono e quali rischi comportano aiuta a difendere il proprio cane e ad avere un'estate più serena e sicura.

Ma come possiamo riconoscere con certezza la puntura di un pappatacio e distinguerla da quella di altri insetti?

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Chi sono i pappataci e come riconoscere una loro puntura

I pappataci, noti scientificamente come flebotomi, sono ditteri di dimensioni molto ridotte, solitamente tra i 2 e i 4 millimetri. A differenza delle zanzare, il loro volo è completamente silenzioso, il che li rende nemici furtivi e difficili da individuare.

Sono particolarmente attivi durante le ore crepuscolari e notturne, dal tramonto all'alba, e prediligono climi caldi e umidi.

Durante il giorno, trovano riparo in luoghi bui e riparati come crepe nei muri, fitta vegetazione, ma anche cucce e angoli poco illuminati delle nostre case.

La puntura avviene quando la femmina necessita di un pasto di sangue per la maturazione delle uova. Inoculando la sua saliva, che ha proprietà anestetiche e anticoagulanti, provoca una reazione immediata nel cane: la pelle si arrossa e si forma un piccolo pomfo pruriginoso, dovuto al rilascio di istamina.

In alcuni soggetti particolarmente sensibili, la reazione può essere più estesa, con eruzioni cutanee nel pet o, in casi molto rari, manifestazioni allergiche gravi.

Una volta identificata la puntura, è essenziale comprendere che il vero pericolo non risiede nel fastidio cutaneo immediato. È importante essere consapevoli dei rischi a lungo termine che questo piccolo insetto può veicolare.

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Oltre il prurito: i rischi reali legati alla puntura del flebotomo

Il pomfo e il prurito sono solo la punta dell'iceberg. Il pericolo maggiore legato alla puntura di un pappatacio infetto è la trasmissione della leishmaniosi canina, una delle malattie parassitarie più gravi per i cani.

Questa patologia è causata da un protozoo, Leishmania infantum, che l'insetto inocula nel circolo sanguigno dell'animale. La leishmaniosi è una malattia cronica, debilitante e, se non gestita tempestivamente, potenzialmente fatale.

I suoi sintomi sono estremamente vari e possono manifestarsi anche a distanza di mesi o anni dall'infezione, includendo perdita di peso, debolezza, dermatiti persistenti con forfora, ulcere che non si rimarginano, crescita anomala delle unghie, perdita di pelo (in particolare intorno agli occhi, creando il classico "aspetto a occhiale"), epistassi (sangue dal naso) e gravi danni a organi interni come reni e fegato.

Sebbene i pappataci possano trasmettere anche altri agenti patogeni, come i virus responsabili della cosiddetta febbre da pappataci (Phlebovirus Toscana e simili), questa condizione riguarda quasi esclusivamente l’uomo e solo raramente il cane.

Nel contesto veterinario, la preoccupazione principale rimane senza dubbio la leishmaniosi.

Di fronte a una minaccia così seria, appare evidente che la strategia vincente non può che essere quella di impedire la puntura stessa.

Prevenire è meglio che curare: le strategie di difesa più efficaci

La prevenzione è l'arma più efficace a disposizione di ogni proprietario. Adottare un approccio integrato è fondamentale per ridurre drasticamente il rischio di punture. Ecco le azioni più efficaci da intraprendere:

  • gestione ambientale e comportamentale: è importante far dormire il cane all'interno durante la notte, specialmente nelle ore di massima attività dei pappataci. Evitare le passeggiate serali o all'alba in zone endemiche, come aree rurali o parchi con molta vegetazione, è una scelta saggia;
  • barriere fisiche: installare zanzariere a maglie molto fitte a finestre e porte è un ottimo modo per proteggere l'ambiente domestico;
  • antiparassitari specifici: è imprescindibile l'uso costante di prodotti antiparassitari ad azione repellente. Collari, pipette spot-on o spray formulati con piretroidi di sintesi (come deltametrina o permetrina) sono specificamente studiati per tenere lontani i flebotomi, agendo come un vero e proprio scudo protettivo. Attenzione: la permetrina è altamente tossica per i gatti e non va mai utilizzata su di essi, né su cani che convivono strettamente con gatti. È essenziale seguire le indicazioni del veterinario per scegliere il prodotto più adatto e applicarlo correttamente;
  • igiene ambientale: mantenere il giardino pulito, con erba tagliata e senza accumuli di foglie o detriti, riduce i luoghi di riparo per i pappataci. Lavare regolarmente la cuccia e gli accessori del cane contribuisce a un ambiente più sano;
  • vaccinazione: esiste un vaccino specifico contro la leishmaniosi canina. Pur non impedendo la puntura e l'infezione, stimola il sistema immunitario del cane a reagire contro il parassita, riducendo la probabilità di sviluppare forme cliniche della malattia. L’efficacia stimata varia secondo gli studi e può essere influenzata da fattori come lo stato immunitario del cane e la pressione infettiva dell’area in cui vive. Per questo motivo, non va considerato un sostituto delle altre misure preventive (repellenti, gestione ambientale, ecc.).

Nonostante l'adozione di tutte queste precauzioni, la possibilità di una puntura, seppur ridotta, non può essere annullata del tutto.

Cosa fare, quindi, in quel preciso momento per dare sollievo al cane e gestire la lesione nel modo corretto?

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Cosa fare subito: rimedi e soluzioni per la puntura di pappataci

Se si individua una puntura di pappatacio sul proprio cane, la prima regola è la calma. È importante evitare che l'animale si gratti o lecchi insistentemente la zona colpita, poiché potrebbe causare lesioni più profonde e favorire l'insorgenza di infezioni batteriche secondarie.

Per alleviare il prurito e l'arrossamento, si può intervenire localmente. In questi casi, un prodotto a base vegetale di altissima qualità come la linea Kanarescue®. In particolare la Kanarescue® Foam è una spuma senza risciacquo a base di achillea, arnica e CBD idrosolubile, sostanze ad azione lenitiva ed emolliente.

Altrimenti si può usare il Kanarescue® Bath, uno shampoo dermatologico lenitivo e calmante, che può contribuire a ridurre il malessere cutaneo. Le proprietà del cannabidiolo sintetico, unite a quelle di piante come calendula e arnica, infatti, aiutano ad attenuare pruriti e arrossamenti.

È bene sottolineare che questi prodotti possono avere un’azione lenitiva e coadiuvante, ma non sostituiscono in alcun modo la profilassi antiparassitaria o le terapie veterinarie ufficialmente validate.

Infine, si ricorda che in caso di sintomi sospetti come gonfiori anomali, pus o febbre, il consulto con il proprio veterinario è essenziale. Solo un professionista può fornire una diagnosi precisa e prescrivere il trattamento adeguato.


puntura di pappataci nel cane: domande frequenti

Come riconoscere la puntura di un pappatacio nel cane?

I pappataci, o flebotomi, sono piccoli insetti di 2-4 mm con volo silenzioso, attivi soprattutto dal tramonto all’alba. La puntura avviene quando la femmina necessita di sangue per maturare le uova e provoca rossore e un piccolo pomfo pruriginoso sulla pelle del cane. In alcuni soggetti sensibili la reazione può essere più estesa, con eruzioni cutanee o rare manifestazioni allergiche. La saliva inoculata ha proprietà anestetiche e anticoagulanti, perciò la puntura spesso passa inosservata fino alla comparsa del prurito. Riconoscerla è fondamentale per prevenire conseguenze più gravi.

Quali rischi comporta la puntura di pappataci nel cane?

Il rischio principale è la trasmissione della leishmaniosi canina, una malattia cronica causata dal protozoo Leishmania infantum. Questa patologia può essere debilitante e potenzialmente fatale se non gestita. I sintomi includono perdita di peso, dermatiti persistenti, ulcere, crescita anomala delle unghie, perdita di pelo intorno agli occhi, epistassi e danni agli organi interni come reni e fegato. La malattia può manifestarsi mesi o anni dopo la puntura. Sebbene i pappataci possano trasmettere altri agenti patogeni, la leishmaniosi resta la preoccupazione maggiore per la salute del cane.

Cosa fare subito in caso di puntura di pappatacio nel cane?

Se si individua una puntura, è importante mantenere la calma e impedire al cane di grattarsi o leccare la zona, per evitare lesioni e infezioni secondarie. Si possono applicare prodotti lenitivi come spume o shampoo a base di arnica, achillea e CBD idrosolubile, che alleviano prurito e arrossamento. È bene ricordare che tali rimedi non sostituiscono le misure antiparassitarie preventive. In presenza di sintomi come gonfiori anomali, pus o febbre, è necessario rivolgersi subito al veterinario, che potrà fare una diagnosi precisa e prescrivere il trattamento più adatto.

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