In questo articolo parliamo di…
- Le piaghe estive, o habronemosi, non sono semplici irritazioni, ma il risultato di una reazione infiammatoria intensa causata dalle larve del parassita Habronema, depositate da mosche e altri insetti sulla pelle del cavallo, specialmente su ferite preesistenti.
- Una strategia di successo contro le piaghe estive si basa su un approccio integrato che combina la gestione ambientale con la protezione fisica. Mantenere la stalla pulita, eliminare le fonti di acqua stagnante e utilizzare barriere come coperte e maschere antimosche sono azioni fondamentali, assieme all'uso di repellenti specifici.
- Il trattamento delle piaghe estive richiede un intervento mirato sia a livello sistemico che locale con l'intervento del veterinario. Esistono soluzioni naturali efficaci che possono coadiuvare la guarigione, lenire il prurito e favorire la rigenerazione della cute.
Il responsabile è l’Habronema, un parassita le cui larve provocano una reazione infiammatoria esagerata sulla pelle del cavallo durante i mesi più caldi, rendendo la prevenzione ambientale e l’intervento veterinario fondamentali
L'arrivo dell'estate porta con sé il piacere delle lunghe giornate di sole, ma per te che hai un cavallo può significare anche l'inizio di una battaglia contro un nemico tanto piccolo quanto fastidioso: le piaghe estive.
Quando noti una lesione sulla pelle del tuo cavallo che fatica a guarire durante i mesi caldi, infatti, potresti pensare a una semplice ferita. In realtà, potresti trovarti di fronte a una piaga estiva, scientificamente nota come Habronemosi cutanea.
Non si tratta di una banale irritazione, ma di una complessa malattia parassitaria. I responsabili sono vermi microscopici del genere Habronema, le cui larve vengono trasportate da alcuni tipi di mosche, come la mosca domestica.
Questi insetti, attratti dall'umidità di ferite, abrasioni o mucose (come occhi, narici e genitali), depositano le larve proprio lì.
La saliva delle larve scatena una reazione infiammatoria violenta e sproporzionata da parte del sistema immunitario del cavallo.
Questa reazione causa un prurito intenso e la formazione di tessuto di granulazione esuberante, che impedisce alla ferita di chiudersi e si trasforma in una lesione aperta e ulcerata.
Comprendere che alla base c'è un ciclo parassitario è quindi fondamentale, perché questo ciclo è strettamente legato all'attività degli insetti e, quindi, alle stagioni.
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Un ospite indesiderato: il ciclo del parassita Habronema
Tutto comincia con le mosche.
Durante l’estate, quando fa caldo e l’ambiente è più umido, le mosche proliferano soprattutto dove c’è letame, sporcizia o acqua stagnante. In questi luoghi, se sono presenti feci di cavalli già infetti, le larve del parassita Habronema possono essere ingerite dalle larve di mosca mentre si nutrono.
Con il tempo, queste larve maturano all’interno della mosca in sviluppo e, quando l’insetto diventa adulto, trasporta le larve ormai pronte a infettare (maturate a loro volta a stadio L3). A questo punto le larve migrano verso le parti orali dell’insetto.
Di conseguenza, quando la mosca adulta si posa su una ferita, un’abrasione o una zona umida del cavallo — come le narici, il bordo degli occhi o i genitali — può rilasciare lì le larve.
Ed è a questo punto che iniziano i problemi: il sistema immunitario del cavallo, invece di eliminare semplicemente queste larve, reagisce in modo esagerato, soprattutto nei soggetti più sensibili. Ne deriva una forte infiammazione: prurito, gonfiore, croste, tessuto “vivo” che cresce in eccesso e non guarisce.
Anche se le larve non riescono a trasformarsi in vermi adulti nella pelle (raggiungono però lo stadio adulto nello stomaco, se ingerite), la loro sola presenza è sufficiente a trasformare una piccola ferita in una lesione seria e persistente.
Per questo è importante saper cogliere subito i segnali del problema, così da intervenire tempestivamente, con l’aiuto del veterinario, prima che la situazione peggiori.
I segnali d'allarme: come riconoscere i sintomi e arrivare a una diagnosi
I sintomi delle piaghe estive sono difficili da ignorare. Il primo campanello d'allarme è un prurito intenso e incessante. Vedrai il tuo cavallo assumere un comportamento insolito: mordicchiarsi, sfregarsi con insistenza contro qualsiasi superficie, mostrando grande nervosismo.
Le lesioni appaiono come noduli rossastri (granulomi) che possono raggiungere i 5-7 cm di diametro, con una superficie umida, sanguinante e che non tende a cicatrizzare. Spesso si formano croste giallastre e si nota una perdita di pelo nell'area circostante.
Le zone più colpite sono quelle più esposte e delicate: muso, contorno occhi, zampe (specialmente a livello dei nodelli), linea ventrale e genitali.
È fondamentale non fare autodiagnosi.
Solo un veterinario può confermare che si tratti di habronemosi, escludendo altre patologie cutanee dall'aspetto simile come sarcoidi, cheloidi o infezioni fungine.
La diagnosi avviene tramite un'attenta visita, un raschiato cutaneo o, nei casi più dubbi, una biopsia.

Strategie di intervento: trattamenti e rimedi per il benessere del tuo cavallo
Una volta confermata la diagnosi di habronemosi, il veterinario imposterà una terapia su misura che richiede un monitoraggio costante e adattamenti progressivi.
L’obiettivo è colpire il parassita, modulare la risposta infiammatoria, proteggere la cute da ulteriori danni o sovrainfezioni e gestire i sintomi dolorosi per il tuo cavallo.
Tipicamente, il piano terapeutico può includere farmaci antiparassitari, come l'ivermectina, per eliminare le larve di Habronema presenti nei tessuti.
Per contrastare la violenta infiammazione e la reazione allergica, il veterinario potrebbe prescrivere corticosteroidi, che sono molto efficaci nel ridurre il gonfiore e la formazione del tessuto di granulazione.
In alcuni casi selezionati, per combattere il prurito, possono essere utilizzati antistaminici, anche se la loro efficacia nei cavalli è generalmente limitata e va valutata caso per caso dal medico.
Inoltre, poiché le piaghe sono lesioni aperte e soggette a contaminazione, potrebbe essere necessario l'uso di antibiotici o antimicotici per trattare o prevenire eventuali infezioni secondarie.
Parallelamente, sempre di concerto con il medico, si può valutare l'utilizzo di soluzioni naturali che coadiuvano la terapia veterinaria, ma non la sostituiscono.
Per le lesioni sulla cute, ad esempio, pensiamo al nostro Hypermix®, un formulato vegetale di altissima qualità. La sua efficacia deriva dalla sinergia di due piante: il neem, con le sue note proprietà rigeneranti, cicatrizzanti e antisettiche, e l'iperico, noto per la sua capacità di favorire la riepitelizzazione e controllare la carica batterica.
Questa combinazione aiuta a creare un ambiente ostile ai batteri e insetti, oltre a supportare la naturale rigenerazione dei tessuti.
Attenzione però, l'iperico ha anche un'azione fotosensibilizzante, perciò il tuo cavallo dovrà essere tenuto lontano dal sole durante il trattamento.
Ma se curare è essenziale, giocare d'anticipo è la strategia vincente.
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Giocare d'anticipo: prevenzione e gestione ambientale per un'estate serena
La prevenzione è la tua arma più importante contro le piaghe estive.
Una stalla pulita, con una rimozione quotidiana del letame, riduce drasticamente la popolazione di mosche. Elimina ogni fonte di acqua stagnante, dove gli insetti amano riprodursi.
L'uso di ventilatori in scuderia può essere d'aiuto, poiché molti insetti vettori non amano le correnti d'aria.
Proteggi fisicamente il tuo cavallo durante le ore più critiche (alba e tramonto), tenendolo in box o utilizzando barriere come coperte antimosche leggere e traspiranti, maschere per la testa e ghette per gli arti.
Anche i repellenti rivestono un ruolo chiave: puoi alternare prodotti naturali, come quelli a base di olio di neem, a formulati di sintesi per una protezione più duratura.
Adottare un piano di gestione integrato e costante per tutta la stagione calda è il più grande gesto d'amore per garantire al tuo cavallo un'estate serena e in pieno benessere.
Piaghe estive nel cavallo: domande frequenti
Cosa sono le piaghe estive nel cavallo e da cosa sono causate?
Le piaghe estive, conosciute anche come habronemosi, sono lesioni cutanee causate dalle larve del parassita Habronema. Queste larve vengono depositate da mosche sulle ferite o mucose del cavallo, scatenando una forte reazione infiammatoria. Il sistema immunitario del cavallo reagisce in modo sproporzionato, causando prurito intenso e la formazione di tessuto granulomatoso che impedisce la cicatrizzazione. Le zone più colpite sono quelle esposte come muso, occhi e genitali. Il fenomeno è tipico dei mesi caldi, quando la presenza di insetti è maggiore.
Quali sono i sintomi delle piaghe estive e come si riconoscono?
Il primo sintomo evidente è il prurito intenso: il cavallo si gratta, morde o sfrega la parte colpita. Le piaghe appaiono come noduli rossi, umidi e talvolta sanguinanti, con croste giallastre e perdita di pelo intorno. Le lesioni non guariscono spontaneamente e si aggravano con il tempo. Le aree più frequentemente colpite sono quelle esposte e umide, come narici, occhi, zampe e genitali. La diagnosi certa può essere fatta solo dal veterinario tramite visita, raschiato cutaneo o biopsia.
Come si curano e si prevengono le piaghe estive nel cavallo?
La cura delle piaghe estive richiede una combinazione di trattamenti veterinari e rimedi naturali. Si utilizzano antiparassitari come l’ivermectina, corticosteroidi per ridurre l’infiammazione e, se necessario, antibiotici. Per supportare la guarigione, si possono applicare prodotti naturali come Hypermix®, a base di iperico e neem, o soluzioni lenitive come Kanarescue®. La prevenzione è fondamentale: bisogna mantenere la stalla pulita, evitare l’acqua stagnante, usare coperte antimosche e repellenti. Anche l’alimentazione può rinforzare le difese cutanee del cavallo.