Quanto dura la muta del gatto? Consigli pratici per gestirla al meglio

 

In questo articolo parliamo di…

  • La muta del gatto è un processo naturale che dura mediamente dalle 3 alle 7 settimane. Tuttavia, questa tempistica non è universale. Fattori come la razza, l'età, lo stato di salute generale e, soprattutto, lo stile di vita possono influenzare notevolmente sia l'intensità che la durata del ricambio del pelo, rendendolo un fenomeno molto soggettivo.
  • Nei gatti che vivono all'aperto, la muta segue un ciclo stagionale preciso, con picchi in primavera per alleggerire il mantello e in autunno per prepararsi al freddo. Nei gatti domestici, invece, l'esposizione costante a luce artificiale e temperature controllate può portare a una perdita di pelo più lieve ma costante durante tutto l'anno.
  • Gestire la muta significa sicuramente ridurre i peli in casa, ma prendersi cura attivamente del benessere del gatto. Ad esempio, una spazzolatura regolare previene la formazione di nodi e l'ingestione di pelo in eccesso, causa dei pericolosi boli.

Razza, età, stato di salute e stile di vita influenzano l’intensità e la durata del ricambio del pelo rendendo il fenomeno estremamente soggettivo

La convivenza con un gatto porta con sé gioie immense, ma anche qualche piccolo compromesso, come la periodica invasione di peli su divani, vestiti e pavimenti.

Questo fenomeno, noto come muta, è il modo in cui la natura garantisce che il mantello del nostro gatto sia sempre funzionale e adatto alle condizioni ambientali, un po' come noi cambiamo il nostro abbigliamento con il variare delle stagioni.

È un processo tanto naturale quanto, a volte, impegnativo da gestire.

Capire le dinamiche, la durata e le necessità del nostro amico a quattro zampe ci aiuta a trasformare un potenziale fastidio in un'occasione per prenderci ancora più cura di lui.

Partiamo da qui: cosa innesca esattamente questo processo?

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Che cos’è la muta del gatto e quali sono le cause del cambio di pelo stagionale

La muta è, in parole semplici, il ricambio ciclico e naturale del mantello del gatto, durante il quale il pelo vecchio e danneggiato viene sostituito da pelo nuovo e sano.

La sua funzione primaria è la termoregolazione: permette all'animale di mantenere una temperatura corporea ideale durante tutto l'anno.

In primavera, il gatto si libera del folto sottopelo invernale per affrontare meglio il caldo, mentre in autunno il processo si inverte, con la crescita di un mantello più denso per proteggersi dal freddo.

I principali "interruttori" che attivano questo meccanismo sono il fotoperiodo, ovvero la variazione delle ore di luce durante il giorno, e, in misura minore, le fluttuazioni della temperatura esterna.

Questi segnali ambientali comunicano all'organismo del gatto che è tempo di prepararsi a una nuova stagione.

Chiarito il motivo biologico alla base di questo fenomeno, è naturale chiedersi quali siano i momenti specifici dell'anno in cui aspettarsi una maggiore perdita di pelo.

Quando si verifica la muta: differenze tra gatti da appartamento e gatti che vivono all’aperto

Il ritmo della muta è profondamente legato allo stile di vita del gatto. Per un felino che ha accesso all'esterno e vive in sintonia con i cicli naturali, il calendario è piuttosto definito: si manifestano due picchi principali di perdita di pelo.

Il primo, più intenso, avviene in primavera (indicativamente tra marzo e maggio), quando il mantello invernale lascia il posto a uno più leggero ed estivo. Il secondo picco si verifica in autunno (tra settembre e novembre), un ricambio meno massiccio che prepara il sottopelo a diventare più folto e protettivo.

La situazione cambia radicalmente per i gatti che vivono esclusivamente in appartamento. L'esposizione costante a luce artificiale e a temperature controllate dal riscaldamento o dall'aria condizionata può "confondere" il loro orologio biologico, alterando i cicli stagionali.

Il risultato è spesso una muta meno intensa ma più prolungata, che può estendersi per gran parte dell'anno.

Ora che abbiamo definito il "perché" e il "quando", la domanda più pressante per ogni proprietario diventa: per quanto tempo dovremo convivere con questa pioggia di peli?

Proprietaria spazzola il suo gatto sul divano | RimosVet

La durata della muta: ecco da cosa dipende

Sebbene non esista una risposta univoca valida per ogni gatto, è possibile definire un intervallo di tempo realistico.

In condizioni normali, un ciclo di muta stagionale può durare da alcune settimane a diversi mesi, con forte variabilità individuale (spesso si osservano periodi di 3–7 settimane per i picchi più intensi).

La durata effettiva, infatti, può variare significativamente in base a diversi fattori:

  • la razza, con i gatti a pelo lungo che spesso richiedono una gestione più prolungata;
  • l'età, con animali più giovani o anziani che possono avere ritmi differenti;
  • lo stato di salute generale del micio.

Un'alimentazione corretta e un buono stato di benessere possono contribuire a un ricambio del pelo più efficiente e concentrato nel tempo.

Sapere quanto dura la muta è utile, ma ancora più importante è sapere come agire concretamente per limitare i disagi per noi e per il nostro amico felino.

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Gestire la muta al meglio: consigli pratici e quando preoccuparsi

La prima e più efficace arma è la spazzolatura: durante i picchi, una sessione quotidiana con uno strumento adatto (come un cardatore o un guanto con dentini in gomma) aiuta a rimuovere il pelo morto, prevenendo la formazione di nodi e riducendo la quantità di pelo che il gatto ingerisce leccandosi, limitando così il rischio di boli di pelo.

Un'alimentazione di alta qualità, ricca di proteine e acidi grassi essenziali come gli Omega-3, favorisce la salute generale di cute e mantello, migliorandone la resistenza e la lucentezza.

Non accorcia la muta, ma contribuisce al benessere complessivo del gatto.

A volte, la muta può causare prurito diffuso e piccole irritazioni cutanee; in queste situazioni, su indicazione del veterinario, può essere utile ricorrere a prodotti di libera vendita che sfruttano le proprietà di specifici ingredienti vegetali per donare sollievo.

Per la detersione, ad esempio, si può considerare uno shampoo dermatologico come Kanarescue® Bath.

La sua formulazione unisce le note proprietà lenitive e calmanti della calendula e dell'arnica all'azione del cannabidiolo sintetico (CBD). Grazie alle sue proprietà "skin protecting" (protettive per la cute) e "skin conditioning", il cannabidiolo contribuisce a mantenere il benessere cutaneo e aiuta a donare una sensazione di sollievo in presenza di fastidi e arrossamenti.

Per un'azione mirata e senza risciacquo, una spuma come Kanarescue® Foam offre un valido supporto. In questo caso, sono le proprietà emollienti e lenitive dell'achillea e dell'arnica, potenziate dalle capacità del CBD idrosolubile di condizionare e proteggere la pelle, a contribuire a idratare la cute e a calmare le sensazioni di disagio.

Si ricorda che questi prodotti non sostituiscono terapie mediche e vanno usati solo come supporto, seguendo sempre i consigli del veterinario.

È importante distinguere la normale muta da situazioni più serie. Se noti che il gatto perde pelo a chiazze, ha la pelle arrossata o con croste, o se si gratta in modo insistente, contatta subito il tuo veterinario.

Questi segnali potrebbero indicare problemi come allergie, parassiti o disturbi metabolici.


Quanto dura la muta del gatto? Domande frequenti

La muta è uguale per tutte le razze di gatti?

Assolutamente no. La genetica gioca un ruolo determinante: razze a pelo lungo come il Persiano o il Maine Coon avranno una muta molto più evidente e impegnativa rispetto a un Siamese o a un gatto Europeo a pelo corto. Inoltre, l'età e lo stato di salute generale del singolo individuo influenzano l'intensità e la durata del processo. Un gatto anziano o con squilibri nutrizionali potrebbe avere un ricambio di pelo più lento o problematico rispetto a un esemplare giovane e in perfetta salute.

Il mio gatto vive solo in casa, farà comunque la muta?

Sì, ma in modo diverso. Il principale stimolo alla muta stagionale è la variazione delle ore di luce (fotoperiodo). Un gatto che vive in appartamento è esposto a un'illuminazione artificiale costante e a temperature stabili, che possono "confondere" il suo orologio biologico. Di conseguenza, invece di avere due picchi intensi in primavera e autunno, potrebbe perdere il pelo in modo più moderato ma continuo per gran parte dell'anno. La gestione, quindi, diventa un impegno quotidiano piuttosto che stagionale.

Quando la perdita di pelo deve destare preoccupazione?

La muta fisiologica è una perdita di pelo diffusa e omogenea. È fondamentale contattare il veterinario se si notano segnali anomali come: la formazione di aree completamente glabre, prurito insistente che porta il gatto a grattarsi o leccarsi compulsivamente, pelle arrossata, presenza di forfora, crosticine o un odore sgradevole del mantello. Questi sintomi non sono associati alla normale muta e possono indicare la presenza di allergie, parassiti, infezioni cutanee o altri problemi di salute che richiedono una diagnosi e un trattamento specifico.

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