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- La perdita di pelo nel gatto è spesso il sintomo di una condizione sottostante, non una malattia a sé stante. Le cause fisiche più comuni includono parassiti, infezioni cutanee, allergie e dolore localizzato: tutte situazioni che possono provocare prurito intenso e toelettatura compulsiva.
- Quando non si trovano cause fisiche, bisogna considerare l’aspetto psicologico: stress, noia o cambiamenti ambientali possono sfociare in alopecia psicogena. In questo caso, il leccamento diventa un rituale ansiolitico che può essere gestito con un arricchimento ambientale e maggiore attenzione al benessere emotivo del gatto.
- Solo una diagnosi veterinaria può chiarire l'origine del problema e guidare verso la cura più adatta, che può includere trattamenti antiparassitari, farmaci topici, modifiche nella dieta o prodotti lenitivi come quelli a base di CBD, arnica, calendula, achillea, per aiutare la pelle a rigenerarsi e ridurre il disagio.
Dalla presenza di parassiti alla possibilità di stress o noia cronica, le cause dell’alopecia felina sono molteplici e non sempre facili da riconoscere senza l’aiuto di un esperto
Quando noti che il tuo gatto si dedica a una toelettatura eccessiva, si gratta con insistenza o mostra zone del mantello diradate, incominci a pensare che qualcosa non vada. E, di norma, è proprio così!
Questo comportamento, che può sembrare un semplice fastidio, è in realtà il modo in cui il tuo amico a quattro zampe ti comunica un disagio profondo.
La perdita di pelo, o alopecia, non è una malattia in sé, ma il sintomo di una condizione sottostante che merita di essere indagata con attenzione.
Le ragioni possono essere molteplici e spaziano da problemi cutanei dovuti a fastidiosi invasori esterni a squilibri interni più complessi. Imparare a riconoscere i segnali e le possibili cause è essenziale per poter intervenire nel modo giusto e garantire al tuo compagno peloso una vita serena e in salute.
Il viaggio per scoprire l'origine del problema inizia con un'attenta osservazione della sua pelle e del suo comportamento.
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Le cause fisiche più comuni: un'indagine sulla pelle del tuo micio
La prima pista da seguire nell'indagine sul prurito del tuo gatto è quasi sempre quella fisica.
Le cause più frequenti sono spesso "ospiti indesiderati": parassiti come pulci, acari (responsabili della rogna) e zecche. La saliva delle pulci, in particolare, può scatenare una reazione allergica molto intensa (la dermatite allergica da pulci nel gatto), che porta il gatto a grattarsi e leccarsi furiosamente, causando lesioni, croste e perdita di pelo, soprattutto sulla schiena e alla base della coda.
Un'altra causa comune sono le infezioni cutanee, sia di origine batterica (piodermiti) sia fungina. La tigna, ad esempio, è un'infezione fungina che si manifesta con tipiche chiazze circolari prive di pelo, arrossate e desquamate.
Non vanno poi dimenticate le allergie, che possono essere scatenate da agenti ambientali (pollini, acari della polvere) o da componenti presenti nella sua pappa.
Infine, a volte il gatto si lecca insistentemente in un punto specifico perché prova dolore localizzato, magari a causa di un'artrite o di una ferita nascosta.
Una volta escluse le cause fisiche più evidenti, è importante considerare che il disagio del tuo gatto potrebbe non essere solo superficiale.
A volte, il problema ha radici più profonde, legate al suo stato emotivo e psicologico.

Quando il problema è nella testa: l'alopecia psicogena da stress e noia
Se il veterinario ha escluso parassiti, infezioni e allergie, è il momento di esplorare il mondo interiore del tuo gatto.
I felini sono creature abitudinarie e molto sensibili: un cambiamento nella loro routine, un trasloco, l'arrivo di un nuovo membro della famiglia (umano o animale) o semplicemente la noia possono generare un forte stress.
Per far fronte a questa ansia, alcuni gatti sviluppano un comportamento compulsivo noto come alopecia psicogena.
Si tratta di un leccamento eccessivo e ripetuto che il gatto usa come meccanismo di auto-conforto, un po' come un essere umano si mangia le unghie. Questo comportamento porta a una perdita di pelo caratteristica che solitamente interessa aree come l'addome, l'interno delle cosce e i fianchi. A un primo sguardo, la cute sottostante può apparire sana, senza arrossamenti o croste, il che può rendere la diagnosi più complessa.
Riconoscere che il problema è di natura comportamentale è fondamentale, perché il trattamento non richiederà farmaci per la pelle, ma un approccio volto a migliorare il benessere psicologico del tuo micio.
Che la causa sia fisica o psicologica, distinguere l'una dall'altra a occhio nudo è quasi impossibile per un proprietario.
Per questo è fondamentale affidarsi a un esperto per ottenere una diagnosi chiara e precisa.
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La diagnosi veterinaria: il percorso per dare un nome al problema
Affidarsi al "dottor ChatGPT" o ai consigli dell'amico può essere rischioso. Solo una visita veterinaria può fare luce sulla vera natura del problema del tuo gatto.
Il percorso diagnostico inizia sempre con un'anamnesi approfondita: il veterinario ti farà domande sulla storia del gatto, la sua dieta, il suo stile di vita e qualsiasi cambiamento recente.
Successivamente, procederà con un esame fisico completo, ispezionando attentamente il mantello e la cute alla ricerca di parassiti, lesioni, croste e per valutare la distribuzione delle aree alopeciche.
A seconda del sospetto clinico, potrebbero essere necessari esami più specifici.
Un raschiato cutaneo può servire per cercare acari, mentre un esame con la lampada di Wood o una coltura fungina possono confermare o escludere la tigna. Se si sospetta un'allergia, il veterinario potrebbe consigliare una dieta ad eliminazione. In casi più complessi, esami del sangue o analisi citologiche possono essere necessari per indagare su eventuali squilibri ormonali o altre patologie interne.
Questo approccio metodico è l'unico modo per arrivare a una diagnosi certa.
Una volta che il veterinario ha identificato la causa esatta del prurito e della perdita di pelo, è finalmente possibile definire un piano d'azione mirato.
Scopriamo insieme quali sono le soluzioni più efficaci per aiutare il tuo amico a quattro zampe a ritrovare il suo benessere.
Soluzioni e rimedi: come aiutare concretamente il tuo gatto
Una volta ottenuta la diagnosi, la strada verso il sollievo è più in discesa, anche se - è bene ricordarlo - alcune dermatiti sono croniche, recidivanti o complesse da gestire.
Se la causa sono i parassiti, il trattamento prevede l'uso di prodotti antiparassitari specifici e una pulizia profonda della casa per eliminare uova e larve.
Per le infezioni batteriche o fungine, si ricorrerà ad antibiotici o antimicotici, spesso applicati localmente. Nel caso di allergie, la chiave è identificare ed eliminare l'allergene, che sia un ingrediente della pappa o un elemento ambientale.
Per gestire lo stress e l'alopecia psicogena, invece, è fondamentale arricchire l'ambiente del tuo gatto con giochi, tiragraffi, percorsi sopraelevati e dedicargli più tempo e attenzioni.
Indipendentemente dalla causa, la pelle irritata e le eventuali lesioni da grattamento possono beneficiare di un supporto lenitivo e rigenerante, sempre in accordo con il tuo veterinario.
Per le irritazioni, il prurito e gli arrossamenti, puoi considerare un trattamento di supporto come Kanarescue Bath®, uno shampoo dermatologico che deterge delicatamente la pelle, a base di calendula, arnica e CBD idrosolubile, ingredienti e sostanze che offrono un'azione calmante e lenitiva.
Per un sollievo localizzato e senza risciacquo, Kanarescue Foam® è una spuma idratante ed emolliente con achillea, arnica e CBD idrosolubile, sostanze che aiutano ad attenuare infiammazioni o eventuali pruriti.
In particolare, il cannabidiolo sintetico (CBD) è noto per le sue proprietà antiossidanti e protettive, che contribuiscono a riequilibrare la cute e a ridurre il malessere.
Tuttavia, è essenziale ricordare che l’uso di questi prodotti non sostituisce la terapia prescritta e deve essere sempre valutato all’interno di un piano terapeutico individuale stabilito da un medico veterinario.
Ricorda sempre di seguire i suoi consigli per un percorso di benessere completo.
Il gatto si gratta e perde il pelo: domande frequenti
Perché il mio gatto si gratta fino a perdere il pelo?
Quando un gatto si gratta in modo compulsivo e perde il pelo, potrebbe essere il segnale di un disagio fisico o psicologico. Le cause vanno da parassiti come pulci e acari, a infezioni cutanee o allergie alimentari e ambientali. In alcuni casi, la perdita di pelo può essere dovuta a dolori localizzati che spingono il gatto a leccarsi con insistenza. Non va esclusa anche una componente comportamentale. È fondamentale osservare il comportamento del gatto e rivolgersi a un veterinario per individuare la causa esatta.
Lo stress può causare perdita di pelo nel gatto?
Sì, lo stress è una causa comune di alopecia psicogena, un disturbo comportamentale in cui il gatto si lecca e si gratta in modo compulsivo. Questo comportamento si manifesta spesso in seguito a cambiamenti nell’ambiente, come traslochi o nuovi arrivi in famiglia. La perdita di pelo tende ad essere simmetrica e localizzata su addome, fianchi o interno cosce. Anche se la pelle appare sana, il problema è reale e necessita di un approccio mirato al benessere psicologico del gatto, spesso con l’aiuto del veterinario o di un comportamentalista.
Come si diagnostica la causa del prurito e della perdita di pelo nel gatto?
Solo una visita veterinaria accurata può stabilire la causa precisa. Il veterinario inizierà con un’anamnesi dettagliata e un esame fisico, osservando cute, pelo e comportamento. A seconda dei sintomi, possono servire test come raschiati cutanei, lampada di Wood, colture fungine, analisi del sangue o diete ad eliminazione. Questo approccio permette di distinguere tra cause fisiche e comportamentali, così da impostare una terapia mirata. Evitare il fai-da-te è essenziale per non peggiorare la situazione del gatto.