Ragadi pastorali nel cavallo: cause, sintomi e trattamenti per una guarigione completa

 

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  • Le cause sono multifattoriali: umidità persistente, infezioni batteriche o parassitarie e scarsa igiene della stalla rappresentano i principali fattori scatenanti delle ragadi pastorali. La predisposizione individuale, specie nei cavalli con cute chiara e sensibile, amplifica il rischio di lesioni e infiammazioni.
  • Il riconoscimento precoce dei sintomi – arrossamento, screpolature, croste e dolore – è essenziale per impostare una terapia mirata. La cura deve unire pulizia accurata, prodotti emollienti e cicatrizzanti, eventuali antibiotici o acaricidi, naturalmente sotto prescrizione veterinaria, e un’attenta gestione ambientale per evitare recidive.
  • Un piano di prevenzione costante, fondato su igiene, controllo ambientale e alimentazione equilibrata è decisivo per mantenere la pelle sana.

La combinazione di fattori ambientali, infezioni e predisposizione individuale rende questa lesione insidiosa, ma gestibile con diagnosi precoce, trattamento mirato e un’attenta prevenzione

Le ragadi pastorali costituiscono una delle affezioni cutanee più frequenti e insidiose nei cavalli, localizzate nella regione del pastorale, tra la corona dello zoccolo e il nodello. Sebbene raramente rappresentino una condizione grave, provocano dolore, infiammazione e, nei casi più avanzati, zoppia, compromettendo la mobilità e il benessere generale dell’animale.

Un trattamento efficace richiede un’analisi attenta delle cause predisponenti, un riconoscimento tempestivo dei segni clinici e l’applicazione di protocolli terapeutici adeguati, finalizzati a favorire una rigenerazione cutanea completa e a prevenire le recidive.

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Le cause: una combinazione di fattori ambientali, cutanei e gestionali

Le ragadi pastorali, o dermatiti del pastorale, derivano da una serie di fattori concomitanti che compromettono l’integrità della barriera cutanea. L’origine è spesso multifattoriale: si combinano elementi ambientali, predisposizioni individuali e scelte gestionali.

L’umidità rappresenta uno dei principali fattori scatenanti. Terreni fangosi, stalle bagnate o lettiere non adeguatamente asciutte favoriscono la macerazione della cute e ne riducono la capacità di protezione. In queste condizioni, la pelle del pastorale diviene più vulnerabile all’azione irritante di agenti chimici, microrganismi o parassiti.

Un ruolo determinante è spesso svolto anche da agenti batterici, in particolare Dermatophilus congolensis e Staphylococcus spp., responsabili di infezioni secondarie che aggravano la lesione iniziale. A ciò si possono aggiungere parassiti come gli acari (Chorioptes bovis) e, più raramente, funghi dermatofiti.

La predisposizione individuale del cavallo non deve essere sottovalutata: soggetti con pelle chiara e fine, in particolare cavalli da tiro o razze nordiche, mostrano una maggiore sensibilità cutanea e una risposta infiammatoria più marcata. Infine, l’eccesso di umidità alternato a fasi di secchezza, la scarsa igiene della stalla o l’uso di detergenti aggressivi possono contribuire a destabilizzare il film idrolipidico cutaneo, facilitando la comparsa di ragadi.

I sintomi: segni evidenti e indicatori precoci

Il riconoscimento tempestivo dei segni clinici è fondamentale per evitare complicazioni. Le ragadi pastorali si manifestano inizialmente con un arrossamento localizzato e una perdita di elasticità della cute nella parte posteriore del pastorale. In questa fase, la pelle appare tesa e lievemente ispessita.

Con il progredire della lesione, si formano fessurazioni verticali più o meno profonde, spesso accompagnate da essudazione, croste e dolore alla palpazione. Le zone colpite possono apparire lucide e infiammate, e in alcuni casi si osserva la caduta del pelo (alopecia locale).

Il cavallo manifesta disagio, tende a leccare o strofinare l’area e, nei casi più avanzati, compare una zoppia più o meno marcata. La difficoltà nel movimento e la postura rigida sono indizi che la lesione ha raggiunto un livello di gravità tale da compromettere la funzionalità dell’arto.

È importante sottolineare che le ragadi possono presentarsi sia in forma secca, caratterizzata da screpolature e ispessimento cutaneo, sia in forma umida, dove predominano secrezioni sierose o purulente e un marcato stato infiammatorio.

Diagnosi: valutazione clinica e identificazione delle cause secondarie

La diagnosi si basa principalmente sull’esame clinico visivo e sulla palpazione della regione interessata. Tuttavia, quando la lesione appare particolarmente estesa o recidivante, è consigliabile procedere con esami diagnostici complementari.

L’esame citologico o batteriologico può aiutare a identificare eventuali infezioni batteriche o fungine, mentre un raschiato cutaneo permette di escludere infestazioni parassitarie. Nei casi cronici, una biopsia cutanea può essere utile per valutare il grado di infiammazione e la presenza di eventuali alterazioni strutturali più profonde.

Un’accurata valutazione dell’ambiente e delle abitudini gestionali completa il quadro diagnostico: analizzare le condizioni di igiene della stalla, la qualità della lettiera, la tipologia del terreno nei paddock e la frequenza delle pulizie è spesso determinante per comprendere l’origine del problema e prevenire recidive.

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Il trattamento: un approccio combinato e graduale

La gestione delle ragadi pastorali richiede la valutazione e la supervisione diretta di un medico veterinario. Ogni trattamento deve essere personalizzato in base alla gravità della lesione e alle condizioni generali del cavallo, evitando interventi improvvisati o rimedi non indicati.

L’obiettivo terapeutico è duplice: favorire la guarigione cutanea e ridurre l’infiammazione, prevenendo al tempo stesso reinfezioni e recidive. Il veterinario potrà indicare come rimuovere con delicatezza le croste e detergere la zona con soluzioni antisettiche adeguate, scegliendo poi pomate emollienti o cicatrizzanti compatibili con la condizione cutanea.

In caso di infezioni batteriche, fungine o parassitarie, spetta al veterinario prescrivere farmaci specifici, antibiotici o acaricidi, stabilendo dosi e modalità d’uso. Anche eventuali bendaggi devono essere applicati sotto controllo professionale, poiché un’eccessiva umidità locale può peggiorare la lesione.

Parallelamente, il veterinario può consigliare interventi gestionali e ambientali mirati: mantenere il pastorale asciutto, migliorare la pulizia della lettiera, limitare l’esposizione a terreni bagnati o fangosi. Solo un approccio guidato da un professionista garantisce una guarigione sicura e duratura.

Recupero e prevenzione: la costanza come chiave di successo

La guarigione completa delle ragadi pastorali richiede tempo e costanza. Anche dopo la risoluzione clinica, la pelle rimane più sensibile per alcune settimane, e una ricaduta è possibile se le condizioni predisponenti non vengono corrette.

Un piano di prevenzione efficace deve includere controlli regolari dello stato cutaneo, un’igiene accurata e l’uso di prodotti idratanti specifici nei periodi più umidi. La toelettatura periodica e la rimozione del fango dopo le uscite quotidiane riducono significativamente il rischio di nuove lesioni.

L’alimentazione gioca un ruolo di supporto fondamentale. Una dieta equilibrata, ricca di acidi grassi essenziali, zinco e vitamina E, contribuisce a mantenere la pelle elastica e resistente, migliorando la risposta immunitaria e la capacità rigenerativa dei tessuti.

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Supporto nutrizionale e soluzioni innovative per il benessere cutaneo

Negli ultimi anni, l’approccio al trattamento delle ragadi pastorali si è evoluto, includendo prodotti complementari e nutraceutici studiati per favorire il recupero cutaneo e migliorare il benessere generale del cavallo.

Tuttavia, ogni integrazione deve essere valutata e somministrata esclusivamente sotto la consulenza di un medico veterinario, che saprà stabilire la compatibilità con la terapia in corso e con le condizioni dell’animale.

Tra i prodotti di supporto, Kanarescue® Horses soluzione idrosolubile per dolore e infiammazione (100 ml) può essere impiegato, su indicazione veterinaria, nei casi in cui prevalga la componente dolorosa e infiammatoria, grazie alla sua azione lenitiva che contribuisce a migliorare il comfort e a favorire il recupero.

Per sostenere la salute sistemica e la risposta immunitaria, Aequisol mangime complementare per cavalli (500 g) fornisce un apporto bilanciato di antiossidanti e nutrienti utili al mantenimento dell’integrità cutanea e del tono muscolare, ma anche in questo caso l’utilizzo deve essere concordato con il veterinario.

Il benessere intestinale, spesso collegato alla salute della pelle, può essere coadiuvato con GI Solution mangime complementare per cavalli, che aiuta a proteggere la mucosa gastrointestinale e a mantenere l’equilibrio della flora batterica.

La combinazione tra trattamento locale prescritto dal veterinario, ambiente igienicamente controllato e supporto nutrizionale mirato costituisce la strategia più sicura per ottenere una guarigione completa e duratura, tutelando la salute e il benessere complessivo del cavallo.


Ragadi pastorali nel cavallo: domande frequenti

Quali sono le cause principali delle ragadi pastorali nel cavallo?

Le ragadi pastorali sono causate da una combinazione di fattori ambientali, cutanei e gestionali. L’umidità eccessiva, terreni fangosi e lettiere bagnate favoriscono la macerazione della pelle. Batteri come Dermatophilus congolensis e Staphylococcus spp., oltre ad acari e funghi, possono peggiorare la lesione. Anche una predisposizione individuale e una scarsa igiene della stalla aumentano il rischio.

Come si riconoscono i sintomi delle ragadi pastorali?

I primi segni sono arrossamento e perdita di elasticità nella zona del pastorale. Col tempo compaiono fessurazioni, croste, dolore e talvolta caduta del pelo. Nei casi più gravi il cavallo mostra disagio, difficoltà di movimento e zoppia. Le ragadi possono essere secche, con pelle ispessita, o umide, con secrezioni sierose e infiammazione marcata.

Quali sono i trattamenti e le misure preventive più efficaci?

Il trattamento prevede la pulizia delicata dell’area, l’uso di soluzioni antisettiche e pomate emollienti o cicatrizzanti. Nei casi di infezione o infestazione, il veterinario può prescrivere antibiotici o prodotti acaricidi. È fondamentale mantenere l’ambiente asciutto e pulito e adottare una dieta equilibrata.

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