Cos’è l’autotraumatismo negli animali domestici e a quali segnali fare attenzione

 

In questo articolo parliamo di...

  • L'autotraumatismo è un sintomo, non un capriccio: comportamenti come il leccamento o il mordicchiamento compulsivo sono segnali di un disagio profondo, che può avere origine fisica (come allergie o dolori localizzati) o psicologica (stress, noia, ansia).
  • Indagare a fondo è essenziale per una cura efficace: non basta trattare la lesione visibile. Serve una diagnosi approfondita per individuare la causa reale, attraverso esami veterinari mirati e, se necessario, una valutazione comportamentale.
  • Creare un ambiente ricco di stimoli, mantenere una routine stabile, usare prodotti naturali di supporto e curare la pelle in modo mirato sono strategie complementari per la prevenzione di questo comportamento.

Comportamenti compulsivi come il leccamento ossessivo o il mordicchiarsi sono segnali chiari di un problema più profondo che va indagato e affrontato alla radice

Quando un animale domestico inizia a leccarsi, mordersi o grattarsi in modo insistente fino a procurarsi delle vere e proprie lesioni, si parla di autotraumatismo.

Lungi dall'essere un semplice "vizio" o un comportamento anomalo senza spiegazione, questo atteggiamento rappresenta un importante campanello d'allarme, la manifestazione esterna di un disagio che può essere di natura fisica o psicologica.

È il modo in cui il nostro amico a quattro zampe ci comunica che qualcosa non va.

Ignorare questi segnali significa trascurare una potenziale sofferenza, che può portare a conseguenze serie per la sua salute: le lesioni cutanee possono infatti infettarsi, il dolore può cronicizzarsi e il benessere mentale può essere compromesso da stati di ansia e stress continui.

L'autotraumatismo è quindi un sintomo e non il problema in sé, di conseguenza occorre indagare a fondo quali siano le radici del problema.

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Le radici del problema: cause fisiche e psicologiche dell'autotraumatismo

Le cause che spingono un animale a infliggersi danni sono molteplici e possono essere suddivise in due grandi categorie: organiche e comportamentali.

Tra le cause fisiche più comuni troviamo il prurito cronico scatenato da allergie (alimentari, ambientali o da contatto), la presenza di parassiti come pulci e acari, o dermatiti di varia natura.

A volte, il comportamento è una risposta a un dolore localizzato, magari di origine articolare o interna, che l'animale cerca di alleviare leccando o mordicchiando l'area interessata.

Sul fronte psicologico, invece, l'autotraumatismo può essere una valvola di sfogo per stress, noia, frustrazione o ansia da separazione.

Cambiamenti improvvisi nella routine, un trasloco, l'arrivo di un nuovo membro in famiglia o una scarsa stimolazione mentale possono facilmente innescare comportamenti compulsivi.

Spesso, inoltre, le due cause si intrecciano: un problema fisico iniziale, come una dermatite, può evolvere in un'abitudine compulsiva che persiste anche dopo la risoluzione della causa scatenante.

Per questo motivo, è importante non fermarsi alla superficie, ma indagare con attenzione per distinguere i diversi campanelli d'allarme.

Un cane in veranda dal pelo chiaro | Rimosvet

I campanelli d'allarme: segni fisici e comportamentali da monitorare attentamente

Per intervenire tempestivamente, è essenziale saper riconoscere i segnali che l'animale ci invia. Questi si manifestano sia a livello fisico che comportamentale.

I segni fisici sono spesso i più evidenti e includono la perdita di pelo localizzata, la presenza di lesioni cutanee come graffi, ferite da leccamento (spesso chiamate granulomi), escoriazioni e arrossamenti.

Con il tempo, la pelle nell'area interessata può ispessirsi, cambiare colore e apparire infiammata.

Parallelamente, è fondamentale osservare le modifiche nel comportamento del micio.

Il segnale più classico è il leccamento o il mordicchiamento compulsivo e ripetitivo di una specifica parte del corpo, come zampe, fianchi o coda. Questo atteggiamento, se diventa ossessivo, sottrae tempo ad altre attività.

Altri indicatori di disagio psicologico includono cambiamenti nelle abitudini quotidiane: l'animale potrebbe diventare più letargico, isolarsi, mostrare meno interesse per il gioco, o alterare il proprio appetito e i ritmi del sonno.

Talvolta si possono notare anche vocalizzazioni insolite, come guaiti o miagolii insistenti, e un generale stato di nervosismo o irritabilità.

Tutti questi elementi sono il linguaggio con cui l'animale esprime il suo malessere, rendendo necessaria una valutazione approfondita per passare dalla diagnosi all'azione.

Dalla diagnosi all'azione: come intervenire in modo efficace

Una volta riconosciuti i segnali, il passo successivo è rivolgersi a un medico veterinario. Questo è un passaggio non negoziabile, poiché la prima e più importante cosa da fare è escludere con certezza la presenza di cause organiche.

Attraverso una visita accurata ed eventuali esami specifici (come test allergologici o raschiati cutanei), il veterinario potrà identificare o escludere la presenza di parassiti, infezioni, allergie o fonti di dolore.

Se la causa fisica viene confermata, si procederà con una terapia mirata.

Qualora, invece, tutte le cause organiche venissero escluse, l'attenzione si sposterà sul versante comportamentale.

In questi casi, può essere risolutivo il consulto con un veterinario esperto in comportamento animale, il quale analizzerà in dettaglio il contesto di vita dell'animale: la sua routine, l'ambiente in cui vive, le interazioni sociali e i possibili fattori di stress.

Solo attraverso questa valutazione completa sarà possibile stilare un piano d'azione personalizzato, che si basi su strategie di prevenzione e gestione mirate.

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Strategie naturali di supporto al benessere cutaneo del gatto

Per le lesioni cutanee già presenti, è importante creare un ambiente che coadiuvi il naturale processo di riparazione della cute. A questo scopo, formulazioni a base vegetale di alta qualità possono rappresentare un valido supporto.

Ad esempio, in prodotti come Hypermix®, si sfrutta la sinergia tra estratti vegetali di neem (un albero sempreverde originario dell'India) e iperico (o erba di San Giovanni).

Le proprietà associate a queste piante sono note da tempo: il neem è apprezzato per la sua azione purificante e perché risulta sgradito agli insetti, mentre l'iperico è tradizionalmente utilizzato per la sua capacità di supportare la rigenerazione dei tessuti.

L'unione di questi componenti, disponibili in formulazione oleosa, gel o garze impregnate, aiuta a mantenere la lesione detersa e a favorire un ambiente ottimale per la riepitelizzazione.

Attenzione però, l'iperico è anche fotosensibilizzante, una parola complicata per dire che l'animale trattato con questo prodotto deve essere tenuto al riparo dalla luce solare.

Parallelamente, per interrompere il circolo vizioso di prurito e lesioni, è importante agire sulle sensazioni di irritazione cutanea.

Ingredienti di origine naturale come la calendula e l'arnica sono noti per le loro proprietà lenitive e calmanti. L'associazione di questi estratti con il CBD idrosolubile, che possiede proprietà antiossidanti e protettive per la cute, può contribuire ulteriormente al benessere dell'animale.

Formulazioni come lo shampoo dermatologico a basso tenore di schiuma (Kanarescue® Bath) o la spuma senza risciacquo (Kanarescue® Foam) integrano questi componenti per offrire un supporto nel mantenere l'equilibrio della cute e nell'alleviare le sensazioni di malessere, sempre nel rispetto delle indicazioni del proprio medico veterinario.

 


 

Autotraumatismo animali domestici: domande frequenti

Il mio cane si lecca insistentemente una zampa, ma non vedo ferite. Devo preoccuparmi?

Assolutamente sì. Il leccamento compulsivo, anche in assenza di lesioni visibili, è un importante segnale di disagio. Potrebbe essere l'inizio di un problema dermatologico, come un'allergia o la presenza di un corpo estraneo, oppure indicare un dolore articolare sottostante in quella zampa. A livello psicologico, potrebbe essere una manifestazione di ansia o noia. Ignorare questo comportamento potrebbe portare alla formazione di una lesione da leccamento (granuloma) e a un'infezione. È fondamentale consultare un veterinario per un'indagine approfondita e identificare la causa scatenante prima che la situazione peggiori.

Cambiare casa può causare autotraumatismo nel mio gatto?

Sì, un cambiamento ambientale così significativo come un trasloco è una delle principali cause di stress nei gatti, che sono animali molto abitudinari e territoriali. Questa ansia può manifestarsi attraverso comportamenti di autotraumatismo, come un'eccessiva pulizia (overgrooming) che porta a zone senza pelo, o il leccamento/mordicchiamento di fianchi e coda. Per prevenire o gestire questa reazione, è fondamentale rendere il nuovo ambiente il più sicuro e stimolante possibile, introducendo gradualmente il gatto alle nuove stanze, mantenendo i suoi oggetti familiari (cucce, tiragraffi) e utilizzando diffusori di feromoni per calmarlo.

Esistono soluzioni naturali per aiutare un animale che si autolesiona?

Esistono prodotti naturali che possono coadiuvare il trattamento delle lesioni cutanee e contribuire al benessere generale dell'animale. Ad esempio, formulazioni a base vegetale con estratti di neem e iperico sono note per le loro proprietà che aiutano la rigenerazione cutanea e il controllo della carica batterica sulle ferite. Allo stesso modo, prodotti contenenti CBD idrosolubile possono contribuire a lenire irritazioni e pruriti, rilassando l'animale. Tuttavia, è essenziale ricordare che queste soluzioni devono essere considerate un supporto e non un sostituto della diagnosi veterinaria. La causa principale del disagio va sempre identificata e trattata sotto la guida di un professionista.

Quando è necessario rivolgersi a professionisti per eliminare le pulci?

Ci sono casi in cui, nonostante pulizie accurate e trattamenti costanti sull’animale, l’infestazione di pulci persiste. In queste situazioni è opportuno rivolgersi a ditte specializzate nella disinfestazione. I professionisti utilizzano tecniche e prodotti mirati in grado di raggiungere i nascondigli più difficili e agire su tutte le fasi vitali del parassita. Questo garantisce una maggiore efficacia e sicurezza per animali e persone. Dopo l’intervento, diventa fondamentale mantenere una routine di prevenzione costante per evitare che il problema si ripresenti.

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