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- La Malassezia non è un'infezione esterna, ma la proliferazione eccessiva di un lievito già presente sulla pelle del cane. Questo squilibrio è quasi sempre un sintomo secondario, scatenato da condizioni sottostanti come allergie (alimentari o ambientali), dermatite atopica o un sistema immunitario indebolito.
- I sintomi più comuni includono prurito intenso, pelle untuosa, un odore rancido caratteristico e, nelle orecchie, un cerume scuro e maleodorante. Quando noti questi segnali è essenziale consultare un veterinario per una diagnosi accurata tramite esame citologico.
- Prodotti specifici aiutano a controllare la proliferazione del lievito, ma l'asciugatura accurata dopo i bagni, la pulizia regolare delle pliche cutanee e il monitoraggio costante sono azioni preventive che riducono significativamente il rischio di recidive.
Spesso legata a dermatiti, allergie o altre patologie di base, la presenza eccessiva di questo lievito segnala uno squilibrio cutaneo che richiede un intervento mirato e consapevole
Molti proprietari si allarmano sentendo parlare di "lieviti" o "funghi" sulla pelle del proprio cane, immaginando un'aggressione da parte di un agente patogeno esterno. La realtà, nel caso della Malassezia, è più complessa e allo stesso tempo più gestibile, una volta compresa la sua natura.
Questo microrganismo, infatti, non è un invasore, ma un normale abitante dell'ecosistema cutaneo del cane, un po' come un vicino di casa silenzioso che, in condizioni normali, non crea alcun disturbo.
Quando questo equilibrio si spezza, il vicino diventa problematico.
La salute della pelle e delle orecchie del nostro cane è un indicatore diretto del suo benessere generale. Quando notiamo prurito, arrossamenti o un odore sgradevole, uno dei principali "sospettati" è spesso un lievito dal nome complesso: Malassezia pachydermatis.
Affrontare questo problema richiede conoscenza e strategia, perché non si tratta di combattere un nemico esterno, ma di ristabilire un equilibrio interno delicato.
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Che cos'è esattamente la Malassezia e perché non è un semplice "fungo"?
La Malassezia pachydermatis è un lievito lipofilo, ovvero un microrganismo che "ama" le sostanze grasse come il sebo, e che risiede fisiologicamente sulla cute, nei condotti uditivi, nelle aree perianali e tra le dita della maggior parte dei cani sani.
Finché la barriera cutanea è integra e il sistema immunitario funziona correttamente, la sua popolazione rimane sotto controllo. Il problema sorge quando specifiche condizioni alterano questo delicato equilibrio, permettendo al lievito di moltiplicarsi in modo anomalo.
Questa sovracrescita scatena una risposta infiammatoria da parte dell'organismo, dando origine alla dermatite o all'otite da Malassezia.
Dunque, non si tratta di un'infezione contratta dall'esterno, ma di un'opportunista che approfitta di una sopraggiunta debolezza.
Capire cosa innesca questa proliferazione è essenziale per aiutarci a trovare una soluzione duratura, ed è proprio qui che si nasconde la chiave per gestire le fastidiose recidive.

Le cause scatenanti: perché la Malassezia prolifera?
La crescita eccessiva della Malassezia è quasi sempre un campanello d'allarme che segnala un problema sottostante.
La causa più comune è senza dubbio la dermatite atopica, una predisposizione genetica a sviluppare reazioni allergiche verso sostanze presenti nell'ambiente, come pollini, acari della polvere o muffe.
Le allergie alimentari, sebbene meno frequenti della dermatite atopica, possono anch’esse alterare la salute della pelle e favorire la proliferazione del lievito.
Altri fattori predisponenti includono l'eccessiva umidità, tipica dei cani con molte pliche cutanee (come Bulldog o Shar-Pei) o con orecchie lunghe e pendenti (come Cocker Spaniel o Basset Hound), che creano un microclima caldo e umido ideale.
A queste si aggiungono alcune forme di disordini della cheratinizzazione (spesso indicate come "seborrea"), caratterizzate da una produzione anomala di sebo e disturbi meno comuni, come alcune condizioni endocrine (es. ipotiroidismo), o terapie farmacologiche che possono indebolire le difese immunitarie
Sapere il "perché" la Malassezia prolifera è fondamentale, perché ci aiuta a interpretare correttamente i segnali che il nostro cane ci invia attraverso la sua pelle e le sue orecchie.
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Sintomi della Malassezia nel cane: come riconoscere dermatite e otite
I sintomi della proliferazione di Malassezia sono difficili da ignorare, poiché causano un notevole disagio, inducendo delle alterazioni nel comportamento dell'animale.
Sulla pelle, il segnale più evidente è un prurito intenso e persistente, che porta il cane a grattarsi, leccarsi o mordicchiarsi ossessivamente.
La cute appare spesso arrossata, untuosa al tatto e può emanare un odore sgradevole, tipicamente descritto come "rancido" o "di muffa". Non è rara la comparsa di forfora grassa e, nei casi cronici, si può assistere a un ispessimento della pelle (lichenificazione) e a un suo inscurimento (iperpigmentazione).
Quando invece il lievito colpisce le orecchie, si parla di otite da Malassezia.
In questo caso, i segnali cambiano leggermente: il cane scuote frequentemente la testa, si gratta insistentemente le orecchie e manifesta dolore al tatto.
All'interno del padiglione auricolare si accumula un cerume caratteristico, di colore marrone scuro o nerastro, denso e maleodorante.
Di fronte a questi quadri clinici, l'unica azione corretta è evitare soluzioni improvvisate e rivolgersi al veterinario, perché solo una diagnosi precisa può portare a una terapia mirata ed efficace.
Infatti, è fondamentale ricordare che, per evitare recidive, la cura deve sempre includere la gestione della causa primaria della Malassezia.
Come curare la Malassezia nel cane: diagnosi veterinaria e trattamento mirato
Una volta in ambulatorio, la diagnosi viene confermata con un esame citologico: un prelievo di materiale cutaneo o auricolare che, osservato al microscopio, rivela la presenza eccessiva di lieviti.
Se c’è il sospetto di un’allergia alimentare come causa sottostante, il medico potrà consigliare una dieta a eliminazione, seguita da un test di provocazione: questo rimane il metodo di riferimento per confermare la condizione. Infatti, senza affrontare un’eventuale reazione avversa al cibo, i sintomi cutanei e le recidive di Malassezia tendono a ripresentarsi.
La terapia specifica viene poi scelta e prescritta dal veterinario. Di norma si utilizzano prodotti topici ad azione antimicotica formulati per cani – shampoo, spray, spume o lozioni – che riducono efficacemente la carica di Malassezia sulla pelle.
Per il benessere cutaneo, invece, possono essere utilizzati, solo come supporto e non come sostituti della terapia prescritta dal veterinario, alcuni prodotti dermatologici lenitivi.
Come Kanarescue Foam®, una spuma senza risciacquo a base di achillea e arnica, o Kanarescue Bath®, uno shampoo lenitivo con calendula e arnica.
Questi prodotti, grazie alle proprietà del CBD idrosolubile e degli altri ingredienti citati, contribuiscono a lenire pruriti e irritazioni e ridurre così il grattamento del tuo amico a quattro zampe.
In caso di ferite da grattamento, un valido coadiuvante è Hypermix®, un prodotto a base vegetale di neem e iperico, sostanze che aiutano a stimolare la riparazione della cute. L'iperico però ha anche un'azione fotosensibilizzante, perciò il pet così trattato deve essere mantenuto lontano dalla luce solare.
Disponibile in formulazione oleosa, gel o garze, favorisce un ambiente ostile alla proliferazione batterica.
Malassezia nel cane: domande frequenti
La Malassezia del mio cane è contagiosa per altri animali o per le persone?
No, la dermatite da Malassezia non è considerata una patologia contagiosa. Il lievito Malassezia pachydermatis è un normale componente della microflora cutanea della maggior parte dei cani, dei gatti e anche degli esseri umani. Un animale sano, con una barriera cutanea efficiente e un sistema immunitario competente, non svilupperà il problema semplicemente entrando in contatto con un cane affetto. La malattia si manifesta solo quando le condizioni individuali di un animale (come allergie, umidità cutanea o difese immunitarie basse) permettono al proprio lievito residente di proliferare in modo incontrollato.
Perché, nonostante le cure, la Malassezia continua a tornare?
La recidiva è il problema principale nella gestione della Malassezia ed è quasi sempre legata a una mancata risoluzione della causa scatenante. Applicare shampoo o lozioni antimicotiche senza affrontare il problema di fondo è come curare il sintomo ignorando la malattia. Se il cane soffre di dermatite atopica, di una reazione avversa al cibo o ha una conformazione fisica che favorisce l'umidità, il lievito troverà sempre le condizioni ideali per tornare a proliferare non appena il trattamento specifico viene sospeso. Una gestione efficace richiede un piano a lungo termine definito con il veterinario, che includa la gestione dell'allergia, una dieta appropriata e un'igiene costante.
Posso utilizzare rimedi naturali o prodotti per l'uomo per trattare la Malassezia?
È fortemente sconsigliato l'uso di rimedi "fai-da-te" o di prodotti destinati all'uso umano. La pelle del cane ha caratteristiche, come il pH, molto diverse da quelle umane, e l'applicazione di sostanze inadeguate, come aceto, bicarbonato o shampoo per persone, può irritare ulteriormente la cute, peggiorando l'infiammazione e il prurito. Esistono in commercio prodotti veterinari formulati con principi di origine vegetale, ma la loro scelta e il loro utilizzo devono essere sempre concordati con il medico veterinario. Solo un professionista può valutare la situazione specifica e consigliare il protocollo più sicuro ed efficace per il benessere del vostro animale.