In questo articolo parliamo di…
- La leishmaniosi canina non si trasmette per contatto diretto tra animali o da cane a uomo. È causata da un protozoo del genere Leishmania, inoculato esclusivamente attraverso la puntura di un piccolo insetto volante, il flebotomo (o pappatacio).
- L'approccio più efficace per proteggere il proprio cane combina l'uso di prodotti repellenti specifici ad azione anti-pappataci (come collari o spot-on), la gestione delle abitudini (evitare le uscite al crepuscolo), l'adozione di barriere fisiche (zanzariere) e, su consiglio veterinario, la vaccinazione come strumento aggiuntivo per ridurre il rischio di malattia clinica.
- Il rischio di contrarre la leishmaniosi non è uniforme. Aumenta in determinate aree geografiche (zone endemiche del Mediterraneo), in specifiche stagioni (da primavera ad autunno inoltrato) e per cani che vivono prevalentemente all'aperto.
Tra stagionalità, abitudini di vita e caratteristiche ambientali, sono molti i fattori che influenzano il rischio di contagio: proteggere il cane significa agire su più fronti contemporaneamente
Nella battaglia per la salute del nostro cane, a volte l'avversario più temibile è quello che non si vede e non si sente. Non parliamo di un virus passeggero o di un infortunio evidente, ma di un nemico quasi invisibile che agisce nel silenzio delle ore più miti: il flebotomo, meglio conosciuto come pappatacio.
Questo minuscolo insetto, con il suo volo silenzioso, è il vettore esclusivo della leishmaniosi, una malattia che, se non adeguatamente contrastata, può avere conseguenze severe sulla vita dei nostri compagni a quattro zampe.
Ma come si vince una battaglia contro un nemico così piccolo e sfuggente?
La risposta non risiede nella paura, ma nella conoscenza. Comprendere le cause profonde della sua diffusione, i fattori ambientali e comportamentali che ne aumentano il rischio, è l'unica vera arma a nostra disposizione.
Questo articolo è una guida strategica per decifrare le mosse dell'avversario e trasformare ogni proprietario in un difensore più informato ed efficace.
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Cos'è la leishmaniosi e come si trasmette: il ruolo chiave del pappatacio
La leishmaniosi è una patologia complessa e potenzialmente grave, causata da protozoi parassiti del genere Leishmania. Nel contesto italiano, l'agente patogeno di maggiore interesse per il cane è la Leishmania infantum.
È indispensabile chiarire un punto fondamentale fin da subito: la malattia non si trasmette per contatto diretto, né da cane a cane, né da cane a persona.
Il contagio avviene unicamente attraverso la puntura di un insetto vettore, un piccolo flebotomo ematofago comunemente noto come pappatacio.
Quando questo insetto punge un animale infetto (il cane è considerato il principale serbatoio del parassita nel nostro ambiente), ingerisce il parassita, che si sviluppa al suo interno. Successivamente, pungendo un animale sano, il pappatacio inietta il parassita, dando inizio all'infezione.
La manifestazione della malattia dipende poi dalla complessa interazione tra l'aggressività del parassita e la capacità di risposta del sistema immunitario del singolo cane, che può rimanere un portatore asintomatico o sviluppare forme cliniche anche severe.
Chiarito il meccanismo di trasmissione, diventa essenziale capire perché alcuni contesti e individui siano più vulnerabili di altri.
I fattori di rischio: perché alcuni cani sono più esposti?
Non tutti i cani corrono lo stesso rischio di contrarre la leishmaniosi. Esistono tre categorie principali di fattori che possono aumentare significativamente la probabilità di infezione: ambientali, comportamentali e individuali.
I fattori ambientali sono legati alla presenza e all'attività dei pappataci. Questi insetti prosperano in climi caldo-umidi, tipici delle aree mediterranee, e la loro stagione di attività si concentra generalmente tra la primavera e l'autunno.
Inoltre, la loro presenza è maggiore nelle ore crepuscolari e notturne, quando escono per nutrirsi.
I fattori comportamentali riguardano direttamente le abitudini del cane e del suo proprietario. Cani che dormono all'aperto, specialmente di notte, o che fanno passeggiate serali in zone verdi, umide o rurali, sono inevitabilmente più esposti alle punture.

Anche i viaggi in aree endemiche senza un'adeguata copertura preventiva rappresentano un rischio concreto.
Infine, i fattori individuali dipendono dallo stato di salute del cane; un sistema immunitario compromesso o non pienamente sviluppato può rendere l'animale più suscettibile a sviluppare la malattia una volta infettato.
Identificati i pericoli, è logico e doveroso passare in rassegna le azioni concrete che possiamo mettere in campo per ridurre drasticamente questi rischi.
Strategie di prevenzione efficaci: un approccio multimodale
La prevenzione della leishmaniosi non si basa su una singola azione, ma su un protocollo integrato che agisce su più fronti. La prima linea di difesa è costituita dall'uso costante di prodotti veterinari ad azione repellente e insetticida specifici contro i flebotomi.
Soluzioni come collari a lento rilascio o formulazioni spot-on possono ridurre notevolmente il numero di punture dei pappataci, la scelta dei repellenti va fatta dopo un consulto veterinario e non deve essere lasciata al fai da te.
La scelta del prodotto più adatto deve sempre essere discussa con il proprio veterinario.
A questa protezione chimica si affiancano le barriere fisiche e ambientali: l'installazione di zanzariere a maglie molto fitte alle finestre e la bonifica di possibili focolai di sviluppo dei pappataci (come accumuli di umidità o fessure nei muri) sono misure importanti.
Altrettanto essenziale è la gestione delle abitudini: limitare le uscite nelle ore di massima attività dei pappataci (dal tramonto all'alba) e non far dormire il cane all'esterno durante la stagione a rischio.
Come strumento aggiuntivo, esiste la vaccinazione, che non impedisce l'infezione ma aiuta il sistema immunitario del cane a controllare il parassita, riducendo il rischio che sviluppi una malattia attiva.
È importante sottolineare che il vaccino non sostituisce l'uso dei repellenti.
Combinare queste strategie è il modo più sicuro per proteggere il nostro amico a quattro zampe. Tuttavia, nonostante le migliori precauzioni, è fondamentale sapere come agire se si sospetta un problema.
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Riconoscere i segnali e l'importanza dello screening veterinario
Una prevenzione attenta riduce il rischio, ma non lo annulla completamente. Per questo, è essenziale che ogni proprietario impari a riconoscere i potenziali campanelli d'allarme della leishmaniosi e comprenda l'importanza dei controlli veterinari periodici.
Sebbene la malattia possa manifestarsi in modi molto diversi, alcuni segni clinici sono più frequenti e dovrebbero indurre a un consulto immediato.
Tra questi, una progressiva perdita di peso nonostante un appetito normale o aumentato, un'eccessiva stanchezza (letargia), lesioni cutanee come forfora secca, ulcere o perdita di pelo (specialmente intorno agli occhi, creando il classico "aspetto da gufo"), crescita anomala delle unghie (onicogrifosi) e zoppia.
L'autodiagnosi è sempre da evitare.
Solo un veterinario può confermare o escludere la malattia attraverso test diagnostici specifici, come i test sierologici che rilevano la presenza di anticorpi.
Per i cani che vivono in aree endemiche o che vi hanno viaggiato, è fortemente raccomandato uno screening annuale, anche in assenza di sintomi, per identificare precocemente un'eventuale infezione e intervenire prima che la malattia possa progredire.
La terapia della leishmaniosi si basa principalmente invece su farmaci specifici, prescritti e monitorati dal medico veterinario.
È importante sottolineare che questi trattamenti non eliminano completamente il parassita, ma ne controllano la progressione e riducono la carica infettante. La gestione terapeutica richiede quindi un monitoraggio a lungo termine, con controlli periodici e, in molti casi, una terapia cronica.
Prodotti di supporto, come integratori o formulazioni dermatologiche a base vegetale, possono essere impiegati come coadiuvanti.
Lesioni cutanee: come supportare la pelle durante il trattamento
Una volta che il veterinario ha formulato una diagnosi di leishmaniosi e impostato la terapia farmacologica specifica, prendersi cura della pelle del cane diventa un aspetto da non sottovalutare per migliorarne il benessere e la qualità della vita.
Le lesioni cutanee, le dermatiti e il prurito sono manifestazioni comuni che richiedono un supporto mirato. In questo contesto, prodotti a base vegetale, sotto controllo veterinario, possono offrire un aiuto prezioso.
Per le lesioni esterne, come ulcere o ferite che faticano a ripararsi, i prodotti della linea Hypermix® si rivelano per essere degli ottimi coadiuvanti. Essendo un prodotto a base vegetale di neem e iperico, sfrutta la sinergia delle proprietà di queste piante.
L'iperico, noto per favorire la riepitelizzazione, e il neem, che possiede proprietà immunostimolanti e rigeneranti, aiutano a stimolare il naturale processo di riparazione della cute. Ne basta un velo, applicato sulla cute lesa.
L'iperico svolge anche un'azione fotosensibilizzante, di conseguenza il cane trattato con questo prodotto deve essere mantenuto lontano dal sole.
Per gestire invece irritazione, prurito e arrossamenti diffusi (dermatosi), il supporto può arrivare da specifici componenti di origine vegetale e non. Il Cannabidiolo (CBD), in forma idrosolubile e prodotto sinteticamente, ad esempio, è noto per le sue proprietà antiossidanti, antiseborroiche e protettive per la cute (skin protecting). È proprio il CBD a contribuire a lenire il malessere cutaneo, aiutando ad attenuare le sensazioni di prurito e gli stati infiammatori, donando così sollievo all'animale.
Questi benefici sono potenziati dalla sinergia con altri estratti vegetali. L'azione calmante e lenitiva della calendula e dell'arnica, ad esempio, è alla base di formulazioni come lo shampoo dermatologico Kanarescue® Bath.
Allo stesso modo, le proprietà emollienti e lenitive dell'achillea e dell'arnica sono sfruttate in prodotti come la spuma Kanarescue® Foam, ideale anche senza risciacquo.
È fondamentale ricordare che l'uso di queste formulazioni agisce come supporto e deve essere integrato nel piano terapeutico generale indicato dal veterinario.
Cause Leishmaniosi: domande frequenti
La leishmaniosi è contagiosa per l'uomo o per altri animali in casa?
No, la leishmaniosi non si trasmette per contatto diretto. Un cane infetto non può contagiare direttamente una persona, un altro cane o un gatto attraverso saliva, urina o contatto fisico. L'unico modo per contrarre l'infezione è attraverso la puntura di un flebotomo (pappatacio) che si è precedentemente nutrito del sangue di un animale infetto. Il cane agisce come "serbatoio" del parassita, ma il pappatacio è l'intermediario indispensabile. Per questo motivo, tutte le misure preventive sono mirate a evitare la puntura dell'insetto, proteggendo così sia il cane sia, indirettamente, riducendo la circolazione del parassita nell'ambiente.
Il vaccino contro la leishmaniosi è sufficiente a proteggere il mio cane?
Il vaccino è uno strumento prezioso nella strategia di prevenzione, ma da solo non è sufficiente. Il suo scopo principale non è impedire l'infezione, ma stimolare il sistema immunitario del cane a reagire in modo più efficace contro il parassita Leishmania, riducendo così il rischio che l'animale sviluppi i sintomi clinici della malattia. È fondamentale continuare a utilizzare regolarmente prodotti repellenti (come collari o spot-on) specifici contro i pappataci, che rappresentano la prima e più importante barriera. La vaccinazione va quindi considerata come un livello di protezione aggiuntivo, da integrare in un approccio multimodale discusso e pianificato con il proprio medico veterinario.
Se vivo in città, devo comunque preoccuparmi della prevenzione?
Sì, è un errore comune pensare che la leishmaniosi sia un problema relegato esclusivamente alle aree rurali. Sebbene i pappataci prediligano ambienti umidi e ricchi di vegetazione, si sono adattati molto bene anche ai contesti urbani e suburbani, specialmente nelle regioni endemiche del centro e sud Italia. Parchi cittadini, giardini privati, aree verdi e persino cantine o scantinati umidi possono diventare habitat ideali per questi insetti. Pertanto, anche per i cani che vivono in città è essenziale adottare le stesse misure preventive consigliate per le zone di campagna, inclusa l'applicazione di repellenti durante tutta la stagione a rischio.