Di quanta acqua ha bisogno un cavallo? Tutto quello che c’è da sapere sulla sua idratazione

 

In questo articolo parliamo di...

  • Il fabbisogno idrico giornaliero di un cavallo varia in base al peso, al clima, all'attività fisica e allo stato fisiologico: può andare dai 25 litri al giorno fino a oltre 70 litri in casi particolari come le fattrici in lattazione.
  • Dieta secca, clima caldo-umido e lavoro intenso aumentano la necessità di liquidi anche del doppio: conoscere questi fattori è fondamentale per prevenire la disidratazione e i suoi rischi, come le coliche.
  • Riconoscere i segnali di disidratazione – come gengive pallide o pelle che non torna subito in posizione – e garantire sempre acqua pulita, con temperatura adeguata e buona portata, è essenziale per il benessere quotidiano del cavallo.

Capire come varia il consumo d’acqua, riconoscere i segnali di disidratazione e scegliere strategie preventive è essenziale per la salute e il benessere del cavallo

Come per l'uomo, l'acqua è il nutriente più importante nella dieta del cavallo. Questo nutriente è, infatti, essenziale per la digestione, la termoregolazione e la prevenzione di gravi patologie come le coliche nei nostri amici quadrupedi.

Un'adeguata idratazione garantisce il corretto funzionamento di ogni processo fisiologico: dal trasporto dei nutrienti all'eliminazione delle scorie.

Di conseguenza, capire di quanta acqua ha bisogno il proprio cavallo e come garantirgliela è una delle responsabilità fondamentali di ogni proprietario.

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Quanta acqua beve un cavallo al giorno: i numeri di riferimento

Per orientarsi, la regola più semplice e diffusa è calcolare un fabbisogno di circa 5 litri di acqua per ogni 100 kg di peso corporeo per un cavallo al mantenimento, ovvero a riposo in un clima temperato.

Questo significa che un cavallo di 500 kg consumerà in media tra i 25 e i 30 litri al giorno di acqua.

Tuttavia, questo fabbisogno di base è destinato a cambiare significativamente in base alle circostanze.

Durante un'attività lavorativa intensa o una competizione, specialmente con clima caldo, il consumo può facilmente salire a 50-60 litri giornalieri.

Esistono poi categorie con esigenze ancora maggiori: una fattrice, per sostenere la produzione di latte, può arrivare a bere fino a 100 litri di acqua al giorno.

Questi valori di riferimento sono il punto di partenza, ma subiscono importanti variazioni a causa di una serie di fattori ambientali e fisiologici che ogni proprietario deve conoscere.

I fattori chiave che possono raddoppiare il fabbisogno idrico

Il fabbisogno idrico di un cavallo non è mai statico. Il primo fattore determinante è la dieta: un'alimentazione a base di erba fresca, che contiene dal 60% all'80% di acqua, riduce notevolmente la sete; al contrario, una dieta composta prevalentemente da fieno e mangimi secchi la aumenta in modo significativo.

Il clima e il lavoro sono fattori altrettanto decisivi.

Temperature elevate e alta umidità, combinate con l'esercizio fisico, provocano un'intensa sudorazione per termoregolazione, portando a una perdita di liquidi che deve essere prontamente reintegrata, potendo anche raddoppiare il fabbisogno idrico.

Cavallo beve acqua fresca e abbondante da una grande tinozza | RimosVet

Infine, lo stato fisiologico gioca un ruolo chiave: cavalle in gravidanza o in lattazione, così come soggetti con patologie renali o gastrointestinali, hanno necessità idriche superiori alla norma.

Si sottolinea che i cavalli con patologie renali o gastrointestinali non devono essere gestiti solo dal proprietario, bensì devono essere sotto stretto controllo veterinario.

Avere ben chiaro quanto influiscano queste variabili è essenziale per prevenire la disidratazione, una condizione rischiosa i cui segnali devono essere riconosciuti tempestivamente.

Riconoscere i segnali di disidratazione: test pratici e sintomi da non sottovalutare

Saper identificare i primi segni di disidratazione è fondamentale per intervenire prima che la situazione diventi critica. Esistono due test manuali molto efficaci.

Il primo è il test del pizzico cutaneo (skin tent test): sollevando delicatamente una plica di pelle sul collo o sulla spalla, questa dovrebbe tornare piatta quasi istantaneamente.

Se impiega più di 2-3 secondi, è un primo segnale di disidratazione; un tempo superiore a 4-5 secondi indica una condizione più seria.

Il secondo test è il tempo di riempimento capillare (CRT): premendo un dito sulla gengiva del cavallo, la zona diventerà bianca per poi tornare rosa. Questo processo dovrebbe avvenire in meno di 2 secondi; un tempo superiore, associato a gengive secche o pallide, è un altro campanello d'allarme.

Altri sintomi includono urine scarse e di colore scuro, feci secche, letargia e un aumentato rischio di coliche da costipazione.

Una volta identificati i campanelli d'allarme, è fondamentale adottare una routine quotidiana che non solo prevenga la disidratazione ma incoraggi attivamente il cavallo a bere.

Strategie pratiche per garantire una corretta idratazione quotidiana

La prevenzione è la strategia migliore. La regola d'oro è garantire sempre accesso ad acqua pulita e fresca ad libitum, in contenitori mantenuti scrupolosamente puliti.

Le strategie variano con le stagioni.

In inverno, è fondamentale prevenire la formazione di ghiaccio e offrire acqua tiepida, idealmente tra i 4°C e i 18°C, temperatura che secondo alcuni studi può incrementarne l'assunzione fino al 40%.

In estate, specialmente durante e dopo il lavoro, è bene offrire sorsi d'acqua a intervalli frequenti e considerare l'integrazione con elettroliti per compensare le perdite dovute a un'intensa sudorazione.

Anche la modalità di abbeverata è importante: se si usano abbeveratoi automatici, è fondamentale verificarne la portata. Un flusso troppo lento può scoraggiare il cavallo: l'ideale è un modello che eroghi almeno 8 litri al minuto, evitando sistemi troppo rumorosi o che spaventino l'animale.

È risaputo che un'adeguata idratazione sia fondamentale per la salute del cavallo, ma per il suo benessere complessivo è altrettanto cruciale prestare attenzione all'alimentazione.

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Mangimi complementari e ingredienti naturali al servizio dell’equilibrio fisiologico del cavallo

Oltre a un fieno di qualità e a una dieta bilanciata, un supporto mirato può fare la differenza, soprattutto per cavalli che vivono in scuderia e non hanno accesso alla varietà botanica che troverebbero in natura.

In questo contesto si inserisce la linea di mangimi complementari Phytoformulavet, che sfrutta il potenziale di sostanze vegetali e minerali per supportare specifiche esigenze fisiologiche.

Due prodotti di spicco di questa linea sono Aequisol e GI Solution.

Aequisol è un mangime complementare a base di piante officinali pensato per sostenere l'apparato muscolo-scheletrico. Può essere indicato dal medico veterinario in situazioni come stati dolorosi, artrite, artrosi, edemi o stress da lavoro.

La sua formula si basa sulle proprietà di piante come la Spirea ulmaria, che inibisce i processi infiammatori, la Curcuma longa per la sua azione antinfiammatoria, il Ribes nigrum come coadiuvante e l'Aloe ferox Mill per le sue doti rigeneranti.

La presenza del Silybum marianum (cardo mariano) supporta inoltre la funzionalità epatica con un'azione detossinante.

Per il benessere gastro-intestinale, invece, è stato formulato GI Solution. Questo mangime complementare minerale agisce come adsorbente, chelante e protettivo della mucosa.

È indicato in tutte quelle situazioni di alterazione dovute a stress, alimentazione non idonea o sospetta presenza di tossine, come le micotossine.

La sua azione naturale aiuta a proteggere l'apparato digerente, supportando il cavallo in caso di iperacidità gastrica o problemi batterici.

Entrambi i prodotti vanno somministrati secondo le indicazioni del proprio medico veterinario e rappresentano un supporto, non un sostituto dell'alimentazione di base.


Di quanta acqua ha bisogno un cavallo? Domande frequenti

Devo aggiungere sempre del sale o degli elettroliti all'acqua del mio cavallo?

Non sempre, ma è una pratica importante da gestire correttamente, in base alla valutazione del veterinario. Un cavallo al mantenimento soddisfa il suo fabbisogno di sodio e cloro con circa 30 grammi di sale al giorno (due cucchiai), che possono essere aggiunti al mangime, lasciando sempre a disposizione un blocchetto di sale. Tuttavia, l’uso di blocchetti salini non sempre garantisce un consumo adeguato, per questo è importante il monitoraggio dell’assunzione. Gli elettroliti specifici, invece, sono fondamentali solo quando il cavallo suda molto, come durante il lavoro intenso, le competizioni o con clima caldo-umido. In questi casi, un'integrazione bilanciata aiuta a reintegrare i minerali persi, stimola la sete e previene i cali di performance. L'aggiunta non motivata e continuativa può essere controproducente.

Come posso assicurarmi che il mio cavallo beva abbastanza se usa un abbeveratoio automatico?

L'abbeveratoio automatico è comodo, ma richiede attenzione. Per prima cosa, controlla regolarmente che funzioni e che sia pulito, privo di alghe o residui di cibo. Il fattore più critico è la portata d'acqua: un cavallo beve a una velocità di 3,5-7 litri al minuto, quindi un abbeveratoio con un flusso troppo lento può frustrarlo e scoraggiarlo dal bere a sufficienza. La portata ideale dovrebbe essere di almeno 8 litri al minuto. Se hai dubbi, misura quanta acqua eroga in 60 secondi. Affiancare un secchio d'acqua può essere una buona strategia per monitorare il consumo effettivo e offrire un'alternativa.

Quali sono i segnali più comuni di disidratazione nel cavallo?

I segnali di disidratazione possono essere individuati facilmente con alcuni test pratici. Con il test del pizzico cutaneo, se la pelle impiega più di 2–3 secondi a tornare in posizione, si parla di inizio disidratazione; oltre i 4–5 secondi la situazione è più grave. Anche il tempo di riempimento capillare sulle gengive, che non dovrebbe superare i 2 secondi, è un parametro importante. Altri sintomi includono gengive secche, urine scarse e scure, feci dure e un atteggiamento letargico. Nei casi più gravi, la disidratazione può sfociare in coliche, quindi intervenire subito è fondamentale.

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